
Ci sarebbero cose più serie e più gravi di cui occuparsi, ha giustamente notato Paolo Mieli, ma visto che tutti ne parlano tanto vale che ne parli pure io.
“Non criticare la pubblicità idiota: faresti il suo gioco” recita un adagio di mia invenzione. Nulla ne dimostra la verità quanto il gran baccano che si sta facendo intorno alla telenovela in due minuti, per intenderci “lo spot della pesca”, altamente sconsigliato ai diabetici a causa del suo pernicioso tasso zuccherino ma molto amato dai politici conservatori, che ci vedono un modello di riferimento per la difesa della Famiglia-Tradizionale-Cattolica-Benestante-E-Ciò-Che-Dio-Ha-Unito-L’Uomo-Non-Separi.
È curioso, sia detto en passant, che tra questi difensori del Matrimonio-Eterno-E-Indissolubile ci siano personaggi non sposati anche se con prole, o quasi sposati, o più volte sposati e comunque con prole generata con una ricca varietà di partner, probabilmente sotto un crocifisso e forse sventolando durante la copula rosari e vangeli, come quei politici sono usi fare durante i loro comizi.
Per il bene dei figli non bisogna rompere il Sacro-Vincolo-Del-Matrimonio, tuonano questi personaggi, pluridivorziati o genitori non sposati ma strenui difensori del(l’altrui) già citato Matrimonio-Eterno-E-Indissolubile.
Per il bene dei figli? Ho fatto una rapida ricerca su Internet.
Caerano (Treviso), 28 luglio 2020: “Bimbo in preda al panico telefona ai carabinieri: «Venite, fate presto, il papà ha fatto del male alla mamma»”
Alessandria, 8 aprile 2023 : “Bimba telefona ai carabinieri e chiede aiuto: «La mamma è ubriaca». Poi gli arresti usando il taser.”
Spoleto, 6 luglio 2023: “«Papà picchia mamma, ho paura». Bimba in lacrime telefona ai carabinieri e fa arrestare il padre”.
Sono tre casi, i primi che mi è capitato di individuare di maltrattamenti in famiglia: di violenze di un genitore sull’altro (di solito padri che picchiano madri) o addirittura sui figli. Sono casi eclatanti, saliti agli onori delle cronache perché i bambini hanno preso il telefono ed hanno chiamato i carabinieri. In altri casi i bambini non li hanno chiamati, ma i carabinieri sono intervenuti lo stesso perché li hanno avvertiti i vicini. In altri ancora, purtroppo, sono arrivati dopo, e troppo tardi: dopo che la pistola aveva sparato, che il coltello aveva sgozzato, che il bastone aveva colpito.
Che avrebbe fatto, quella bambina dello spot della pesca, se invece di avere due genitori separati, d’accordo, ma evidentemente benestanti, civili e ragionevoli oltre che belli ed eleganti (in pratica, la famiglia del Mulino Bianco che ha scoperto il divorzio), si fosse ritrovata ad avere una madre ubriacona o un padre violento e prevaricatore, se non assassino? Sinceramente non lo so, cosa avrebbe fatto, ma ritengo legittimo il sospetto che si sarebbe ben guardata dal far finta che la mamma mandasse una pesca al papà, facendosi tenera promotrice di un amoroso ricongiungimento.
Di sicuro, però, so che cosa avrebbe fatto l’astuta agenzia pubblicitaria che ha realizzato lo spot, e lo ha fatto sapendo già in anticipo, in base al famoso principio “parlate male di me ma parlate di me”, che avrebbe sollevato un gran polverone.
L’agenzia pubblicitaria avrebbe ingaggiato un’altra bambina: altrettanto dolce, tenera e fragile ma dotata di genitori più adeguati al ruolo di Separati-O-Divorziati-Ma-Disponibili-Al-Pentimento–Ed-Al-Ricongiungimento, perché gli spot pubblicitari, diversamente dalla realtà, debbono comunque avere un lieto fine, come le favole e come le promesse dei politici (che poi sono la stessa cosa).
Nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, della Esselunga e del Mulino Bianco. Amen.
Giuseppe Riccardo Festa
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