
di MAURO SANTORO
L’Era Fascista fu introdotta dal regime adottando come data di inizio quella della Marcia su Roma del 28 ottobre 1922; evento che segnò l’ascesa al potere di Benito Mussolini, futuro duce d’Italia e dal maggio 1936 dell’Impero coloniale. L’obbligo di aggiungere, in numero romano, l’anno dell’era fascista accanto a quello dell’era volgare entrò in vigore a partire dal 29 ottobre 1927, dopo l’emanazione di una Circolare sottoscritta da Mussolini Capo del Governo. La data della sua cessazione può essere considerata il 25 luglio 1943, quando cadde il regime; tuttavia, l’era fa-scista fa mantenuta in vigore nella Repubblica sociale italiana dal 15 settembre 1943 al 25 aprile 1945.
Cariati, prima della entrata in vigore del regime podestarile, nel periodo 1921-1922, era amministrata dal sindaco Bevacqua Gaetano e dagli assessori: Caruso Raffaele, Ippolito Cataldo, Russo Ignazio e Fortino Vincenzo. Purtroppo, a seguito di due inchieste prefettizie, una nell’aprile del 1921 e l’altra nel maggio 1922, che fecero emergere un quadro desolante di continui violazioni delle leggi, il prefetto di Cosenza, Dott. Paolo Bodo – Commendatore – decretò il commissariamento del comune di Cariati, dal quale il 14 aprile 1921 era stata separata la frazione di Terravecchia; conseguentemente informava il ministro dell’Interno per l’emanazione del decreto di scioglimento che venne divulgato con il regio decreto del 22 settembre 1922 controfirmato dal duce Mussolini e pubblicato sulla gazzetta ufficiale del regno n. 276 del 25 novembre 1922. La gravità della situazione impose
al Re, con l’emanazione del decreto di scioglimento del consiglio comunale, la nomina del signor Giuseppe La Costa a regio commissario straordinario di Cariati.
Evidentemente i danni prodotti da quella classe dirigente di amministratori erano tali e consistenti che il tempo concesso al commissario La Cava non bastò a risanare il comune. Il 28 gennaio 1923, infatti, il solito segretario di Stato chiedeva al sovrano la proroga di tre mesi del commissariamento “…per dar luogo alla gestione straordinaria di completare la sistemazione dei pubblici servizi e della finanza comunale”. Infine, sulla gazzetta del regno n. 37 del 14 febbraio 1923, venne pubblicato il regio decreto che consentiva al commissario straordinario di completare la sua opera di normalizzazione del comune di Cariati.
In realtà, con il consolidarsi della dittatura fascista la funzione dei sindaci, quelle delle giunte e dei consigli comunali eletti con voto popolare venne soppressa dal regime agli inizi del 1926.
Il duce volle sospendere il diritto democratico dei cittadini all’auto determinazione, preferendo la nomina di amministratori che compiacevano al partito nazionale fascista. Con la legge n. 237, del 4 febbraio ’26, pubblicata sulla gazzetta ufficiale n. 40 del successivo 18 febbraio, il sovrano d’Italia decretava “L’istituzione dei podestà e della Consulta municipale nei Comuni non eccedente i 5000 abitanti”. Si stabiliva, quindi, che l’amministrazione di quegli enti locali era affidata ad un solo podestà, di norma per un quadriennio, con i poteri che la legge affidava alla giunta e al consiglio. L’ufficio podestarile era svolto in forma gratuita, salvo il rimborso delle spese o della indennità che era determinata dal prefetto.
Anche all’amministrazione di Cariati, di conseguenza, toccò la stessa sorte dei comuni del regno che subirono dal duce la volontà di sospensione della libera determinazione di eleggere i propri amministratori.
A questo punto è necessario aprire una parentesi per dar conto dei commissari prefettizi e dei podestà che furono nominati per amministrare Cariati fino alla metà del 1946. I dati documentali consentono di proporre la seguente cronologia:
DATA / COMMISSARIO – PODESTA’
1926 – Giu. 1928 Podestà: Silvio Mollo
Giu.1928 – 29/10/1928 Commissario prefettizio: Enrico Natale (di professione ragioniere)
30/10/1928 – 25/2/1929 Commissario prefettizio: Vincenzo Cristaldi
26/2/1929 – 10/10/1930 Podestà: Vincenzo Cristaldi
11/10/1930 – 19/11/1930 Commissario prefettizio: Salvatore De Stefano (di professione ragioniere)
20/11/1930 – 1/9/1931 Commissario prefettizio: Guido Torriani (di professione colonnello)
2/9/1931 – 5/5/1932 Commissario prefettizio: Antonio Formaro (di professione negoziante)
6/5/1932 – 16/1/1935 Podestà: Antonio Formaro, cessato dalle funzioni per dimissioni
17/1/1935 – 14/2/1939 Podestà: Nicola Venneri (di professione perito agronomo)
15/2/1939 – 21/11/1943 Podestà riconfermato: Nicola Venneri
3/6/1943 – 13/6/1943 Commissario prefettizio: Nicola Bisanti, fu nominato ma si dimise ancor prima d’insediarsi
22/11/1943 – 8/11/1944 Commissario prefettizio: Antonio Liguori (proprietario di un laboratorio di falegnameria)
9/11/1944 – Dic. 1944 Commissario prefettizio: Giuseppe Pani (di professione consigliere di prefettura)
Gen. 1945 – 5/11/1945 Commissario prefettizio: Antonio Liguori (proprietario di un laboratorio di falegnameria)
Il 4/3/1945 su proposta del “Comitato Cosentino di Liberazione”, il prefetto nominò: Sindaco Cosentino Fausto di Alfonso; Assessore effettivo Nigro Imperiale Domenico; Assessore effettivo Filippelli Felice Camillo; Assessore effettivo Liguori Antonio fu Cataldo; Assessore supplente Ciccopiedi Vincenzo fu Domenico; l’altro assessore supplente sarebbe stato designato successivamente. In effetti, l’amministrazione nominata non s’insediò per l’opposizione dei cittadini e rimase in carica il commissario prefettizio Antonio Liguori
6/11/1945 – 17/12/1945 Commissario prefettizio: Giuseppe Maiorana (di professione commissario di pubblica sicurezza), fu sostituito per esigenze di servizio presso la prefettura di Cosenza
18/12/1945 – 6/3/1946 Commissario prefettizio: Gaetano Bisanti, si dimise
6/3/1946 – ….. Commissario prefettizio: Penato De Stefano (di professione ragioniere di prefettura)
Carta intestata del Comune di Cariati – Anno 1930 – VIII Era Fascista
Sul finire degli anni ’30 del 1900, l’economia agricola era sostenuta dalle “Casse comunali di credito agrario” che erano funzionanti ed attive in tutti i paesi d’Italia.
Queste erano state istituite dai regi decreti legge: 29 luglio 1927, n. 1509, e n. 2085 del 29 luglio 1928, successivamente convertiti rispettivamente nelle leggi 5 luglio 1928, n. 1760, e del 20 dicembre 1928, n. 3130, riguardanti l’ordinamento del credito agrario, con funzioni creditizie per promuovere lo sviluppo del settore agricolo.
Alla cassa comunale del credito agrario di Cariati, già costituita, il 21 ottobre 1939, con decreto del governatore della Banca d’Italia, pubblicato sulla gazzetta n. 252, era confermato presidente il signor Parise Domenico fu Alfonso.
In realtà, le casse per il credito agrario dopo l’istituzione, in Abruzzo, Molise, Puglie, Campania e Calabria, furono affidate alla gestione e al controllo del Banco di Napoli, contemporaneamente la legge aboliva i Monti Frumentari e ne assegnava il patrimonio alle casse di credito agrario.
Per consentire al nuovo istituto di credito il passaggio di consegna e acquisire il patrimonio del Monte Frumentario cariatese, il 20 novembre 1931, il commissario prefettizio del comune, su precise disposizioni del Banco di Napoli, scriveva una nota al signor Antonio Filippelli, amministratore del frumentario, chiedendo l’esatta consistenza dei beni patrimoniali alla data della lettera.
Avute le opportune informazioni, il giorno successivo, ovvero il 21 novembre ’38, lo stesso commissario trasmetteva al direttore del “Banco” le seguenti informazioni:
· Il consiglio di amministrazione era costituito dall’arcidiacono Fortunato Parisi – originario di Terravecchia -, designato dal vescovo di Cariati, e da Antonio Filippelli, nominato dal prefetto in data 22 febbraio 1915.
· Il patrimonio era costituito da 244 tomoli di grano; da un libretto di deposito bancario emesso il 28 gennaio 1915 dalla “Cassa di Risparmio di Cosenza” su cui esisteva un saldo di mille 763 lire e 67 centesimi; da un altro libretto della “Cassa Risparmio Postale” con un deposito al 1927 di 3 mila 417 lire e 98 centesimi.
Quel commissario, tra l’altro, facendo una meritoria e puntuale citazione, accludeva dei brevi cenni storici dal seguente contenuto: “…Il Monte Frumentario è stato istituito da S.E. il Vescovo di Cariati, Mons. Nicola Golia, nel 1822, ed indi approvato dal Consiglio di Stato il 30.9.1845 e successivamente omologato.
Dal regolamento risulta che gli amministratori sono in numero di due, di cui uno di nomina vescovile e l’altro di nomina intendentizia (ora prefettizia).
S’ignora il perché dal 1915 ad oggi gli amministratori non siano stati rinnovati o quanto meno confermati con successivi provvedimenti. Inizialmente il capitale era costituito da ben ottocento tomoli di grano, che ora si è ridotto alla quantità sopra indicata oltre alle somme depositate nei detti libretti, e che rappresentano l’importo di alcune quantità di grano che si sarebbero dovute versare dai precedenti amministratori.
Scopo del Monte è quello di anticipare ai coloni il grano per la semina ed anche per la vittazione nei periodi di magra.
Nome delle persone con l’attribuzione di ciascuna di esse e retribuzione:
1) Parisi Fortunato amministratore senza retribuzione.
2) Filippelli Antonio amministratore con la retribuzione di tom.[tomoli] 10 di grano.
3) Gambardella Francesco segretario con retribuzione di tom. 1 e 4/8.
Il posto di segretario non risulta da nessun atto.
Per quanto il Comune ha avuto sempre ingerenza nella gestione del detto Monte, pur tuttavia non ha esercitato sullo stesso un vero e proprio controllo, per cui onde accertare l’esattezza di quanto sopra è riferito (notizie queste comunicate dall’amministratore Filippelli) sarebbe necessario procedere ad un accurato accertamento della gestione dal 1915 ad oggi”.
A Cariati il nuovo istituto di credito comunale entrava in funzione nel 1932, infatti, 16 maggio di quell’anno, il direttore della succursale di Cosenza del Banco di Napoli scriveva al commissario prefettizio per rappresentare la necessità di nominare il consiglio di amministrazione e perciò chiedeva la designazione di cinque nominativi “…che per capacità, moralità e possidenza economica diano pieno affidamento di assolvere bene al delicato incarico di amministratori dell’Ente”.
Carta intesta del Comune di Cariati – Anno 1934 – XII Era Fascista –
Nel 1934 erano amministratori della Cassa comunale di credito agrario i signori: Cesare De Sessa e Francesco Ippolito con le funzioni di consiglieri, revisore era tale Antonio Nucaro, avvocato residente a Cariati ma originario di Scala Coeli.
Il 12 settembre 1936, il podestà Nicola Venneri, essendo scaduto il mandato, per il biennio 1937-1938, nominava consiglieri Francesco Ippolito e Carmine Cosenza – in sostituzione del De Sessa partito per l’Africa orientale -, confermava nell’incarico di revisore il Nucaro.
= TESTO E FOTO TRATTI DA: L’autarchia tessile del regime fascista – Il ginestrificio di Cariati (1935-1943) – Editoriale Progetto 2000 – Anno 2014; ha ricevuto il premio Cassiodoro della Universitas Vivariensis (Cosenza).
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