Cariati: la sfida più difficile, credere nel suo potenziale

Siamo alle solite. Purtroppo c’è poco da commentare. La realtà è davanti agli occhi di tutti. L’increscioso episodio degli scorsi giorni dell’incendio del pontile di legno, che conduce alla Tomba Brettia, non fa che amareggiare un po’ tutti.

Il sito archeologico che ospita l’importante tomba a blocchi di pietra arenaria risalente al 300 a.C., rinvenuta nel 1978 e il cui corredo funebre è custodito nel Museo archeologico Nazionale della Sibaritide, è un bene molto prezioso della comunità.

Purtroppo non valorizzato nel modo che si dovrebbe. Chi scrive ogni estate puntualmente visita il sito archeologico, riscontrando che le condizioni dell’area circostante e dello stesso pontile, come anche il canalone sottostante ricettacolo di rifiuti di ogni tipo, non rispondono ai requisiti minimi dell’accoglienza.

Forse è arrivato il momento che la comunità intera si prenda definitivamente cura dell’inestimabile bene archeologico e ne faccia motivo di orgoglio a livello locale e nazionale.  Il mondo dell’associazionismo cariatese, molto attivo e sensibile, adotti una volta per tutte il bene per valorizzarlo nel modo più adeguato.

Sono certo che un così tale virtuoso comportamento alimenti di conseguenza una maggiore responsabilità, senso civico e rispetto degli spazi comuni anche da parte di chi è un po’ lontano da tutto ciò!!!

Sta proprio nella responsabilità comune continuare a far vivere nel tempo il patrimonio storico, artistico, naturalistico e archeologico di una comunità, in modo che ciò aiuti a rafforzare i legami tra le persone, diventando così leva di benessere, crescita delle opportunità, in questo caso turistiche e culturali, del Paese.

Serve tuttavia per riuscirci il contributo di tutti, a cominciare dalle giovani generazioni, che chiedono molto spesso di partecipare e che bisogna opportunamente coinvolgere.

Nicola Campoli

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