
Jesolo ospiterà nei prossimi giorni l’appuntamento della IV edizione del G20s delle spiagge italiane. Si tratta di un momento di confronto tra i rappresentanti delle principali località d’Italia che si ritrovano per tracciare delle progettualità, che abbiano come pilastri le solite priorità: responsabilità, sostenibilità e innovazione.
L’evento coinvolgerà interlocutori di località balneari con almeno 1 milione di presenze turistiche, quindi le spiagge più visitate del nostro Paese. L’iniziativa, molto pubblicizzata, ha attirato la mia attenzione e la mente mi ha portato a Cariati.
Qualcuno penserà che il sottoscritto ha preso ormai una brutta fissa o che scrivo esclusivamente per polemizzare o perché sono particolarmente vanesio. Posso assicurare nulla di tutto ciò, bensì ogni volta che leggo o apprendo di circostanze che potrebbero tornare utili – anche solo per aprire nuovi orizzonti – alla valorizzazione del Paese non resisto a frenarmi.
Cariati è lontanissima dall’essere una località dal 1 milione di presenze “balneari”. Non ha neanche la conformazione come territorio per ambire a tale prestigioso traguardo. Di questo ne abbiamo tutti piena consapevolezza compreso chi scrive. Tuttavia nonostante gli imprescindibili limiti, dovuti a una serie di motivi, Cariati ha tutte le carte in regola per “mutuare” nel tempo procedure e progettualità per crescere in termini di presenze, adeguate al suo territorio, nel corso della bella stagione.
In questo scenario non è detto, che l’amministrazione comunale non potrebbe cogliere anche solo alcuni micro spunti, sul tema e su tanti altri, sui quali più autorevoli relatori e amministratori si andranno a confrontare. Perché non guardare, allora, al di là dei confini comunali, costruendo relazioni e intraprendenze con chi è più avanti?
Fare rete, sistema, coordinamento anche con chi di gran lunga è superiore, rappresenta sempre un approccio positivo. L’agenda, dunque, di un amministratore pubblico deve essere sempre ricca di stimoli nuovi e intraprendenti. Tutto ciò indica una strada e un metodo che, ahimè, non riscontro a Cariati. È sempre più necessario che si realizzi un proficuo scambio, capace di determinare un salto di qualità nella pratica amministrativa a vantaggio del perimetro cittadino.
Per me queso è il “metodo sartoriale”per governare un piccolo Comune, quanto Cariati, per il quale un rappresentante istituzionale è destinato più che altro a “soffrire” pur di raggiungere l’interesse generale e non a sentirsi sopraffatto quotidianamente dai tantissimi problemi che affliggono la comunità. Chi si è assunto la responsabilità politica di amministrare il Paese non può accontentarsi di scelte minimaliste, ma deve immaginare a lungo termine una comunità diversa da quella che ha trovato. Non è certo facile, oltre le buone intenzioni, ma questo è il compito di un amministratore che si prende cura di un bene comune.
Nicola Campoli
Immagine offerta gentilmente da Michele Ciprioti
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