Arrivano le bollette dell’acqua (che non c’è stata).

Dai rubinetti di molte abitazioni scorre acqua sporca. Non è la prima volta, ma i cittadini sono preoccupati ed arrabbiati: preoccupati per la loro salute e quella dei loro familiari; arrabbiati per la beffa che, ancora una volta, il Comune riserva loro. Nel Centro Storico, ad esempio, l’acqua non c’è, eppure le poche decine di abitanti si sono viste recapitare bollette da capogiro in cambio di acqua sporca e acqua razionata. “Non provano vergogna gli amministratori – riflette il signor G.R. – per questa situazione paradossale? Devo pagare per un servizio che non ho. Anziché preoccuparsi di progetti faraonici, sicuramente irrealizzabili, farebbero meglio a venire tra la gente e vedere in che stato siamo ridotti”. Però le “cartelle pazze” dei canoni idrici, come dicono quelli che parlano bene, hanno invaso le case di tutti i cariatesi. Intanto ti avvertono che “è stato applicato un consumo medio che sarà conguagliato alla prima lettura utile rilevata”, però devi pagare per un servizio, o un consumo, di cui non hai fruito, calcolato così, alla carlona, secondo rilevazioni virtuali. Dunque? Tutti a pagare… Ora, va da sé, ciascuno è tenuto a contribuire, viene in mente la Costituzione, alle spese del Comune. Ma la “capacità contributiva” dove la mettiamo? È giusto “dividere” per unità abitative i consumi globali perché nessuno si è preso la briga di “leggere” i contatori? In altri termini, magari brutali, sembra morale pretendere “consumi presunti” da gente pensionata e disoccupata o che, magari, purtroppo, è stata costretta a lasciare Cariati. Lasciate perdere la povera, e per bene, gente la quale è giusto che paghi il GIUSTO.

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