
di Franco LIGUORI, storico
La guerra di Libia
Centosette anni or sono, il 12 marzo 1914, nel corso di un’operazione di assalto contro le popolazioni ribelli della Cirenaica, che mal sopportavano l’occupazione italiana, cadeva valorosamente a Zuetina (Cirenaica), il tenente di cavalleria Fabio Friozzi-Spinelli, Principe di Cariati. Si tratta di un episodio non secondario della lunga e sanguinosa Guerra di Libia, iniziata nel 1911 e conclusa con la pace di Losanna dell’11 ottobre 1912, che sanciva la conquista italiana del paese nordafricano e il ritiro della Turchia dalla Tripolitania e dalla Cirenaica. Ma, nonostante la pace conclusa, la guerra continuò ancora per molto, specialmente in Cirenaica, dove la resistenza era guidata dal capo della comunità islamica dei Senussi. Fu proprio nel corso di un’operazione repressiva contro questi indigeni ribelli, che, nella notte tra l’11 e il 12 marzo 1914 , una colonna di soldati italiani in difesa del campo di Zuetina, guidata “dal prode colonnello Latini” (così lo definisce un cronista dell’epoca), “fu attaccata da circa duemila ribelli”. “Le nostre truppe” – così si legge in una corrispondenza da Bengasi del “Giornale d’Italia” del 13 marzo 1914 – “accolsero l’assalto nemico rispondendo con vivo fuoco di fucileria ed artiglieria”. Alla fine dello scontro, “furono contati 263 morti fra i nemici e parecchie centinaia di feriti furono visti portar via durante la fuga”. I caduti da parte italiana, quarantadue, erano tutti “ascari”, ma – come osserva il cronista dell’epoca nel suo articolo- “la nostra bella vittoria, guidata dal prode colonnello Latini, è costata la vita di due ufficiali che sono morti per la gloria d’Italia”. Uno di questi due era Fabio Friozzi, Principe di Cariati, come ricorda anche nel titolo (“Il tenente Principe di Cariati caduto a Zuetina”) lo stesso giornale che pubblicò la corrispondenza da Bengasi del 13 marzo 1914.
Gli Spinelli e i Friozzi, “Principi di Cariati”
Al momento della morte, il giovane Friozzi rivestiva il grado di tenente di cavalleria e, a giudicare dal ritratto esistente nel Municipio di Cariati, era “bello e di gentile aspetto”, oltre che valoroso e generoso come gli antenati Spinelli che, nel corso della loro storia plurisecolare, avevano ricoperto ruoli di grande importanza non solo nell’esercito, ma anche nella diplomazia e nel governo, denominandosi, fin dal 1565, col titolo di “Principi di Cariati”, in quanto titolari dell’omonimo feudo, elevato, da “contea”, al rango di “principato”. L’ultimo dei Principi di Cariati che aveva ricoperto incarichi di rilievo nel regno di Napoli era stato Gennaro Spinelli (1780-1852), noto nella corte borbonica semplicemente come “il Cariati”, che fu ministro plenipotenziario di Gioacchino Murat al Congresso di Vienna (1815), Ministro degli Esteri e Presidente del Consiglio del Regno delle Due Sicilie, nel 1848. Quando Gennaro Spinelli, il Principe di Cariati per antonomasia, morì, nel 1851, il titolo passò al figlio Ernesto, che morì senza prole. Il titolo di “Principe di Cariati” fu ereditato, allora, da Margherita, sorella primogenita di Ernesto. Quest’ultima sposò il marchese Lorenzo Friozzi, gentiluomo di camera alla corte di Napoli. In mancanza di eredi maschi, la dinastia degli Spinelli, prese a denominarsi, quindi, d’ora in avanti, Friozzi-Spinelli. Il primo dei Friozzi-Spinelli a portare il titolo di “Principe di Cariati” fu Giuseppe (1827-1879) , figlio di Margherita Spinelli. Lo ereditò per legittima successione paterna, Lorenzo Friozzi-Spinelli ( figlio di Giuseppe), XII Principe di Cariati ed erede degli altri titoli della casa, che gli vennero riconosciuti con D.M.1882 e 1894. Lorenzo Friozzi-Spinelli, nato nel 1858 e morto nel 1906, fu un diplomatico di carriera, ministro plenipotenziario a Rio de Janeiro. Aveva sposato, nel 1887, Aimée d’Ehreuhoff, dalla quale ebbe due figli, nati entrambi in Cina, durante i soggiorni in quel lontano paese d’Oriente come diplomatico: Fabio, nato a Shangai nel 1888, e Cecilio, nato a Pechino nel 1890. Nel 1912, all’età di 24 anni, Fabio, tenente di cavalleria, aveva ottenuto, dopo ripetute insistenze, di recarsi in Cirenaica, ed aveva preso parte a numerosi fatti d’arme e spedizioni, acquistandosi la stima e l’ammirazione dei superiori e dei colleghi, per il suo coraggio e per le sue doti di carattere.
Il cordoglio dei Cariatesi per la morte del Principe
Fabio Friozzi-Spinelli, 13° Principe di Cariati, con la sua eroica morte in Libia nel marzo 1914, rinverdì il ricordo dei legami storici della nostra cittadina con l’illustre casata nobiliare napoletana. A farsi interprete del cordoglio della popolazione cariatese per la morte tragica del venticinquenne “Principe di Cariati”, il tenente di cavalleria Fabio Friozzi-Spinelli, fu il sindaco dell’epoca, il dottor Francesco Lettieri, che subito provvide ad inviare alla famiglia Friozzi-Spinelli, che risiedeva a Firenze, il seguente telegramma: “Cariati, che fu feudo antenati Spinelli, associato sacrifizio giovane principe nomi illustri patrie guerresche glorie, si associa al lutto Vostra nobile casa. Grida Evviva prode caduto, offerta generosa dovere, come cavaliere antico”. Al telegramma del sindaco rispose la madre di Fabio Friozzi, la Principessa di Cariati, Aimée d’Erheuhoff, vedova di Lorenzo Friozzi, con queste parole: “Vivamente commossa, profondamente riconoscente delicato pensiero, ringrazia in Vostra Signoria tutta la cittadinanza per l’onore reso alla memoria del prode Principe di Cariati caduto sul campo dell’onore”. La principessa d’Ehreuhoff inviò , inoltre, al Comune di Cariati, un ritratto in divisa da tenente di cavalleria, del giovane e sfortunato Principe di Cariati, che fu collocato in una sala del Municipio. Nel 1929 la stessa principessa verrà a Cariati (in macchina) da Firenze, dove risiedeva, per ringraziare di persona i Cariatesi degli onori resi al figlio Fabio e, partendo (nel breve soggiorno fu ospite di Marco Venneri e visitò il paese e le sue mura medievali ) lasciò un generoso obolo all’Asilo Infantile “Vincenzo Chiriaci” e ai poveri del paese.
L’intestazione di una piazzetta a Fabio Friozzi
Il 30 aprile 1914, in una riunione del Consiglio comunale, convocato dal sindaco Lettieri, veniva deliberato, su proposta del consigliere Marco Venneri, noto intellettuale e uomo di cultura cariatese dell’epoca, di intitolare al nome di Fabio Friozzi, la piazzetta antistante l’odierno palazzo municipale, a quell’epoca residenza privata della famiglia Venneri-Natale, ma un tempo “casa principale”, cioè “dimora dei principi Spinelli”, la nobile famiglia della quale il giovane caduto era l’ultimo erede e portatore del titolo di “Principe di Cariati”. Nel verbale di quella seduta del consiglio comunale cariatese si legge che Marco Venneri “commemora la memoria illustre del prode tenente di cavalleria Fabio Friozzi, Principe di Cariati, caduto valorosamente in Zuetina e ne illustra l’atto eroico col quale il prode ufficiale, gittando ai fati i suoi caldi 25 anni per il dovere, la patria sua ed il suo Re, se stesso e la sua stirpe illustrando di gloria imperitura, associava il nome antico della nostra terra ai grandiosi ricordi della storia militare e civile”. L’intervento del consigliere Venneri si conclude con la proposta (accolta e messa in pratica) di murare “una targa di marmo portante la scritta Fabio Friozzi là dove una volta sorgeva difronte il castello degli avi (odierno Palazzo Venneri).
Le parole appassionate e cariche di spirito patriottico dell’uomo politico cariatese, ci riportano ad un’epoca lontana da noi lo spazio temporale di poco più di un secolo, ma molto più remota sul piano ideologico-culturale, e ci restituiscono una significativa pagina di storia locale (la sensibilità degli amministratori di un secolo fa, ai valori della storia), inserita in un contesto nazionale (la guerra di Libia, alla quale la comunità cariatese aveva dato il suo contributo di partecipazione, con un caduto, il giovane Domenico Rugna, premiato con medaglia d’argento alla memoria, consegnata alla di lui vedova il 17 febbraio 1914).
Nota
La storia di Fabio Friozzi è tratta da ricerche inedite dell’autore sugli Spinelli, Principi di Cariati. Nella ricostruzione dei fatti della Guerra di Libia, ci si è avvalso anche del volume “Cariati nella storia” (1981) di F. e R. Liguori e di “documenti” dell’Archivio Comunale di Cariati.
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