TRA IL SACRO E IL PROFANO!

SCALA COELI, CUORE PULSANTE TRA TRADIZIONE E POLITICA: UNA DOMENICA DELLE PALME TRA FEDE, MUSICA E FUTURO

Pasquale Tridico inaugura la sede M5S a Scala Coeli

Antonio Loiacono

Scala Coeli si è trasformata, domenica 13 aprile, nel palcoscenico di una giornata intensa, densa di significati religiosi, culturali e politici. Un piccolo comune che, in questa occasione, ha saputo dimostrare quanto anche i borghi dell’entroterra jonico calabrese possano essere protagonisti della vita collettiva, tra memoria e innovazione.

La giornata si è aperta nel segno della spiritualità, con la tradizionale processione verso il Calvario, durante la quale Don Massimo Alato, parroco di Scala Coeli, ha impartito la benedizione ai tanti fedeli e ai loro “bouquet” di ramoscelli d’ulivo, simbolo di pace e speranza. Una celebrazione sentita, che si è poi spostata nella Chiesa di Santa Maria Assunta per la solenne Santa Messa, dove la comunità ha rivissuto i momenti più intensi della Passione di Gesù Cristo.

Nel pomeriggio, le note della storica banda musicale “Giuseppe Verdi” di Scala Coeli hanno avvolto la chiesa con brani dedicati alla Passione di Cristo. Un repertorio emozionante e fedele alla tradizione, che ha saputo fondere arte e spiritualità, confermando il valore culturale di un’associazione musicale che rappresenta un vero e proprio patrimonio identitario per la comunità.

Ma è stato con il calare delle prime ombre che Scala Coeli ha vissuto uno dei momenti più significativi di questa intensa giornata: l’inaugurazione della sede di Pasquale Tridico, parlamentare europeo del M5S, presente all’evento. Una cerimonia carica di significato (introdotta dal responsabile della sede, Francesco Diletto) che, alla presenza di moltissimi cittadini, ha sancito la nascita di uno spazio politico nuovo e inclusivo, destinato a diventare Sezione Territoriale dei pentastellati, punto di riferimento per tutto il comprensorio jonico che si affaccia sul Nicà.

Ad arricchire l’evento un parterre d’eccezione: Elisa Scutellà, già Deputata M5S; Vittoria Baldino, parlamentare M5S; Anna Laura Orrico, Coordinatrice Regionale M5S e parlamentare; Agostino Chiarello, sindaco di Campana; Giuseppe Giorno, Coordinatore Provinciale M5S; Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano.

Tutti insieme hanno animato un incontro-dibattito sul tema “Le aree interne e le politiche nazionali ed europee”, affrontando i temi chiave per il futuro dei territori più marginalizzati e sottolineando il valore delle piccole comunità come Scala Coeli nel disegno di una Calabria nuova, più inclusiva e protagonista a livello nazionale ed europeo. Tante anche le presenze dei territori vicini, Cariati, Terravecchia, Crosia, Mandatoriccio, Campana, Pietrapaola, Strongoli, Crotone!

Il discorso di Pasquale Tridico, a chiusura di un incontro tanto partecipato quanto significativo, non è passato inosservato. Il suo richiamo a un’Europa che rischia di educare le nuove generazioni alla guerra, invece di garantire lavoro, istruzione e sicurezza, è una denuncia lucida e necessaria. Una frase pesante, sì — ma anche tremendamente vera. In un tempo in cui il dibattito pubblico sembra anestetizzato e le decisioni calate dall’alto, questa voce proveniente da un piccolo comune calabrese scuote e fa pensare.

Non è un caso che lo stesso Tridico abbia già annunciato un nuovo incontro a Scala Coeli ad agosto e un altro a Corigliano-Rossano, con la presenza di Nicola Gratteri. La scelta di portare il magistrato simbolo della legalità in Calabria tra la gente dei comuni, non tra le mura di qualche convegno distante, è un segnale potente. Significa riportare la politica e la giustizia là dove ce n’è più bisogno: nei territori dimenticati, nelle piazze, tra le persone.

Ma forse il passaggio più profondo è arrivato quando Tridico ha rivolto un consiglio ai pentastellati locali: non chiudere mai la sede! Far sì che chiunque, con un’idea o un progetto, possa lasciare un contributo, entrare, dialogare. È una piccola rivoluzione silenziosa, che va contro la politica dei portoni chiusi, delle sedi vuote, dei raduni solo per le campagne elettorali.

“Se questa sede -chiosa Tridico- saprà essere davvero un luogo di partecipazione continua, allora non avremo solo assistito all’inaugurazione di uno spazio, ma alla nascita di un nuovo modello di politica territoriale, più umana, più vicina, più vera.”

La nascita della sede segna una svolta importante per Scala Coeli, che non è più solo un luogo di fede, tradizione e cultura, ma si conferma oggi fulcro politico e sociale dell’area jonica cosentina.
Un punto di incontro dove la voce dei cittadini potrà trovare spazio e ascolto, contribuendo a costruire politiche concrete per i borghi dell’entroterra e per le aree interne, troppo spesso dimenticate.

Una domenica, quella delle Palme 2025, che resterà nella memoria collettiva di Scala Coeli come simbolo di una comunità viva, orgogliosa e capace di essere protagonista, tra devozione popolare, cultura e rinnovata partecipazione civile.

La giornata però, sul piano politico e istituzionale, ha lasciato dietro di sé uno strascico di riflessioni, polemiche e inevitabili interrogativi.

In un contesto pubblico così partecipato — con europarlamentari, deputati, sindaci dei comuni vicini e cittadini — la presenza “mordi e fuggi”, del sindaco di Scala Coeli, Giovanni Matalone, seguita da una dichiarazione che lo vede politicamente lontano dal Movimento 5 Stelle, ha inevitabilmente creato un cortocircuito istituzionale.

A colpire non è tanto l’appartenenza politica, sacrosanta e rispettabile per ogni amministratore, quanto la scelta di limitarsi a una comparsata, per poi prendere le distanze da un evento che riguardava l’intera comunità. In occasioni simili, un sindaco rappresenta tutti i cittadini, non solo la propria linea o bandiera.

Non a caso, le reazioni non si sono fatte attendere. Prima Davide Tavernise, poi il consigliere comunale Salvatore Tridico, hanno espresso indignazione e disappunto per quello che è stato percepito come un abbandono ingiustificato, un segnale di chiusura che stride con il ruolo di guida e rappresentanza che il primo cittadino dovrebbe incarnare.

La verità è che Scala Coeli vuole contare di più, dialogare con i livelli istituzionali nazionali ed europei e non rimanere chiuso nelle logiche di schieramento locale.

In questo quadro, un sindaco non può permettersi il lusso di scelte ambigue o di presenze di facciata. La politica territoriale, quella che si fa nei piccoli comuni, ha il dovere di essere prima di tutto istituzionale, inclusiva e rispettosa dei cittadini.

Se è vero che si attendono “movimenti tellurici” nella maggioranza, è altrettanto vero che la politica di Scala Coeli deve decidere se vuole guardare al futuro, costruendo relazioni e dialoghi, o restare ancorata a vecchie logiche di contrapposizione.

Perché le comunità si governano insieme, mettendo da parte le appartenenze personali nei momenti che contano. Le assenze, certe volte, fanno più rumore di qualsiasi discorso. E Scala Coeli, oggi, merita più coraggio e meno calcoli.

Scala Coeli oggi è un laboratorio, una prova che la buona politica esiste ancora e che i piccoli comuni possono essere protagonisti di percorsi nuovi, coraggiosi e concreti. Non basteranno certo i discorsi e gli appuntamenti annunciati, ma se alle parole seguiranno i fatti, questa piccola realtà calabrese potrà insegnare molto, anche a chi, dalla grande politica, è abituato a guardare i paesi dall’alto verso il basso.

Perché è proprio dai luoghi apparentemente periferici che spesso nasce la vera idea di futuro.

 

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