SETTE GIORNI COL MORTO!

CINGHIALE IN PUTREFAZIONE SULLA SS 106 DA OLTRE UNA SETTIMANA: SILENZIO E VERGOGNA TRA CALOPEZZATI E PIETRAPAOLA

Il cinghiale morto lungo la SS 106

Antonio Loiacono

C’è un angolo di Calabria, precisamente al confine tra i territori comunali di Calopezzati e Pietrapaola, lungo la sempre più discussa SS 106, dove da oltre sette giorni giace indisturbata la carcassa di un cinghiale. In avanzato stato di decomposizione, l’animale riverso ai margini della carreggiata si presenta ormai come un pericolo sanitario, oltre che come una ferita aperta al decoro e al senso civico.

Un’arteria stradale “abbastanza” trafficata, frequentata ogni giorno da automobilisti, lavoratori, pendolari e mezzi pesanti, sembra non destare attenzione né rispetto da parte di chi dovrebbe occuparsene. Non un cartello di segnalazione, non un nastro di delimitazione, nulla. Solo il silenzio putrido dell’abbandono.

E allora la domanda sorge spontanea e amara: chi deve intervenire?
Le responsabilità vanno ricercate con chiarezza: è compito dell’Anas, in quanto ente gestore della Statale 106, procedere alla rimozione delle carcasse animali presenti sulla sede stradale o immediatamente adiacente ad essa. Ma anche le autorità comunali, laddove informate o sollecitate, hanno il dovere morale e istituzionale di attivarsi, segnalare, sollecitare e, se necessario, agire in via sostitutiva per salvaguardare la salute pubblica.

Non si tratta soltanto di una questione estetica – pur importante – ma di igiene, sicurezza e dignità collettiva. I liquami della decomposizione e gli odori nauseabondi sono già un allarme, ma a peggiorare il quadro c’è il rischio concreto di attrazione di altri animali (cani randagi, ratti, insetti) e possibili incidenti per automobilisti che, incuriositi o distratti, potrebbero perdere il controllo del mezzo.

La normalità delle cose – quella che ogni cittadino dovrebbe poter dare per scontata – prevederebbe che, chi di competenza, intervenisse immediatamente per rimuovere la carcassa del cinghiale, disinfettare e bonificare l’area e installare una segnaletica temporanea fino alla completa risoluzione del problema.

È inammissibile che nel 2025, su un’arteria stradale nazionale, si debba ancora scrivere di situazioni del genere. Lo ribadiamo: non si tratta solo di un animale morto, ma della cartina tornasole di un sistema che troppo spesso abdica ai suoi doveri più elementari.

Noi cittadini non possiamo e non dobbiamo abituarci al degrado. Chi ha occhi per vedere e responsabilità per agire, lo faccia. Ora.

 

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