Se ne va il primo Papa post occidentalista della storia. Da questo bisogna partire.

MORTO UN PAPA SE NE FA UN ALTRO, MULTIPOLARE MA PIU’ CONSERVATORE ?

di Marco Toccafondi Barni


E’ stata una triste veglia, ovviamente per i cattolici ma in fondo per il mondo, quella della Pasquetta 2025 perché per quanto malmesso, vista anche l’età, Francesco sembrava essersi ripreso dalla polmonite che lo aveva recentemente colpito. Ma si sa, il tempo va al di là perfino dello Spirito Santo e come si suol dire in questi casi per noi persone comuni: l’età c’era.

IL PAPABILE ? – Come sempre dobbiamo fare i conti con la storia, quella vera. Da questo punto di vista l’eredità di Papa Francesco è stata quella del post occidentalismo, anche per questo malvisto dagli Stati Uniti e persino dai cattolici Usa. Assai aperto, invece, a quel mondo multipolare che oggi c’è già, nei nudi fatti, ma che la Chiesa aveva intuito fin da quel marzo 2013, quando scelse proprio un “Papa venuto dalla fine del mondo”, come esordì lo stesso Bergoglio. Nato nel barrio di Flores, lo stesso dove crebbe calcisticamente un altro Dio, quello del calcio prima di Maradona e Pelé: Alfredo Di Stefano. La Chiesa probabilmente, guidata dallo Spirito Santo per i credenti o dall’ abitudine millenaria di stare al mondo per i laici, 12 anni fa intuì quella svolta imperiale nella politica estera degli Stati Uniti d’America, subito dopo  gli anni folli e imperialisti dei cosiddetti “Neo Con” alla Casa Bianca e persino tra gli apparati statali, con un egemone fattosi furbo e maturo che dà origine al mondo che viviamo e vediamo attualmente. La Chiesa resta un’ istituzione con ben 2 millenni e in questo momento storico non credo sceglierà (purtroppo dal mio punto di vista) una guida particolarmente rivoluzionaria e progressista, anzi. Insomma, non ci sarà quel famoso balzo in avanti che in tanti auspicano nella scelta del successore, neppure rispetto al Papa argentino, che in fondo non nacque né progressista né rivoluzionario 88 anni fa in quel di Buenos Aires. E’ stata la storia a plasmarlo così e farcelo ricordare per sempre come il Papa del post occidentalismo e chissà, forse anche del post storicismo più  che dell’ assurdo ossimoro del “Sud globale” tanto in voga. Questo perché non è il momento giusto e un’ istituzione millenaria come la Chiesa Cattolica lo capisce meglio rispetto a tutti gli altri. Non per caso il Vaticano è sì lo stato più piccolo del mondo, ma insieme all’ egemone anche quello geopoliticamente e strategicamente più importante. Assisteremo dunque ad una scelta, per capirsi, di centro: né un reazionario né un progressista. Un moderato abbastanza giovane: tra i 58 i 70 anni.

IL PROFILO GEOPOLITICO DEL NUOVO PONTEFICE – In questi tempi così cupi, ma allo stesso tempo poco stabili ci vuole una figura sì rassicurante alla guida della Chiesa, ma allo stesso tempo anche attenta al nuovo mondo che verrà. Se esiste una certezza, infatti, è quella che il pianeta, in questo e forse perfino nel prossimo secolo, sarà certamente ancora a egemonia statunitense, però le stelle e le strisce non fanno più paura come un tempo a giro per il globo, anzi, ma soprattutto sono imperiali e non più imperialiste e vedono in Asia il loro principale rivale strategico. Se ne deduce che il nuovo pontefice (i mie preferiti in Italia sarebbero il cardinale di Bologna Zuppi o l’attuale segretario di stato Parolin, quest’ ultimo in  ogni caso più probabile, ma temo siano troppo progressisti per il periodo storico) sarà una figura di centro, moderato  e in grado da un lato di coniugare il mondo multipolare che già c’è con la sfida del secolo tra Cina e Stati Uniti in Asia, mentre dall’ altro provare a ricucire il rapporto con gli Stati Uniti ancora egemoni e i cattolici Usa con l’ Europa. Inoltre, anche per questo non vedo sulla soglia di Pietro un altro sudamericano, provare a frenare l’esodo del continente più cattolico al mondo, l’ America del Sud, verso le religioni protestanti di origine statunitense e di cui il Brasile è un esempio clamoroso quanto evidente. Nonostante sarebbe una scelta intelligente e visionaria, che ricalcherebbe un po’ quella di  Karol Wojtyla verso l’ Urss del 1978, non sarà un messicano né statunitense  (in tal caso sì che  la Chiesa farebbe una scelta strategicamente furba e visionaria) proprio per tenere a bada le inquietudini dell’ egemone planetario.

COMUNQUE UN ALTRO PAPA POST OCCIDENTALE–  Ritengo potrebbe essere un pontefice abbastanza giovane, moderato, molto probabilmente europeo, più difficilmente asiatico, ma certamente teso al mondo multipolare e ormai popolato da quasi 9 miliardi di persone che non sono né europee o occidentali né bianche.

Per chiudere CIAO FRANCESCO, nonostante il probabile passo da gambero del prossimo Conclave quello che hai avviato col post occidentalismo non potrà tornare indietro. Del resto indietro veramente non si torna mai nella storia della umana famiglia.

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