
CARIATI Riesplode la questione dellospedale Vittorio Cosentino o, meglio, di quello che un tempo era presidio e garanzia di salute per un vasto bacino dutenza comprendente anche lAlto crotonese. La preoccupazione per le sorti del nosocomio cariatese è stata espressa nel corso di un vertici fra i capigruppo consiliari di minoranza del parlamentino civico (Pd, Idv e Lista per Cariati) ed i dirigenti dellUdc e dellMpa. Atteso che il Cosentino è un patrimonio di indiscusso valore per la lintera comunità, nellincontro sono emerse le forti criticità che lo caratterizzano; i rischi ed i disagi che inevitabilmente ne conseguono per la popolazione dellintero territorio, e le condizioni disastrose in cui è costretto ad operare il personale. Sul banco degli imputati è regione Calabria (senza distinzioni di colore politico) la quale, spiega una nota congiunta dei partiti partecipanti al summit, per fronteggiare lemergenza economica, piuttosto che avviare un riadeguamento della struttura alle esigenze del territorio ha proceduto ad una ingiustificata, costante dismissione di reparti e servizi, riducendo di fatto le attività sanitarie e diagnostiche. Senza contare le promesse non mantenute, come il mancato processo di riconversione verso lattività medico geriatrico – riabilitativa, nonostante il territorio sia stato lunico a formulare una seria proposta di riorganizzazione. Ed invece, la trasformazione è stata avviata con atti formali che hanno prodotto la dismissione e la chiusura di attività, quali la chirurgia generale; lostetricia; la ginecologia; il reparto di pediatria, modificato in ambulatorio; il blocco dei ricoveri acuti in cardiologia, e la riduzione delle attività diagnostiche. Tanto per gabbare tutto e tutti, specie durante campagne elettorali succedutesi nel tempo, i lavori di adeguamento, secondo la normativa vigente, e la ristrutturazione di interi piani del nosocomio, sono stati avviati e successivamente bloccati per mancanza di finanziamenti. E non possiamo farci mancare po di fumo negli occhi, che non guasta mai, quando qualcuno assume solennemente limpegno di dotare il Cosentino di una Tac: una chimera. Perché intanto, da queste contrade, chi ha bisogno di buona sanità continua ad emigrare: non ci sono posti letto, né strumentazione al passo con una tecnologia che si rinnova giorno dopo giorno. Ma lultimo colpo di cesoia si abbatterà inesorabilmente entro larco di qualche ora e colpirà il pronto soccorso. Qui la situazione è più complessa: appena 4 medici e 12 infermieri per coprire 4 turni. Ma siccome stiamo parlando di uomini, non di macchine, se dovesse capitare a qualcuno di questi eroi di frontiera un intoppo, saremmo davvero al collasso. Questo devono aver pensato nella stanza dei bottoni dellazienda ospedaliera provinciale se è vero, come si sussurra negli ambienti bene informati, che ci sarebbe allo studio lipotesi di chiusura notturna dellunità demergenza, ancora priva, nonostante le garanzie sottoscritte allindomani della clamorosa protesta popolare dello scorso anno, di un responsabile; di un anestesista e di personale. Con lapprossimarsi della stagione estiva dicono i rappresentanti politici che comporta inevitabilmente un maggiore afflusso di utenti ed un moltiplicarsi di prestazioni, in specie notturne, sarebbe una catastrofe. Se il passato insegna qualcosa, cè da essere davvero angosciati. Il fendente riservato allesecutivo di Palazzo Venneri: Non siamo più disponibili ad accettare limmobilismo dellamministrazione civica e ribadiamo la volontà di convocare, nellimmediatezza, un consiglio comunale urgente e richiedere un incontro al commissario straordinario dell Asp di Cosenza e al presidente della regione, Giuseppe Scopelliti. Ma i cittadini di questo territorio ci confida, amaro, un medico sono ormai vaccinati alle bugie ed hanno perso finanche la forza di indignarsi, grazie al contegno ipocrita di certa classe dirigente, assieme alla ndrangheta la vera mala pianta dellinfelice Calabria.
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