… per Cariati – LETTERA AL DIRETTORE.

di Concetta Scigliano


Vivo a Lissone (MB) dal 2000 ma, tra percorso universitario ed altro, sono fuori da Cariati da trent’anni circa e, nonostante questo, il paese mi appartiene.
Tutte le estati vi ritorno, ed ogni anno è sempre più grande la nostalgia nel ripensarlo nella bellezza propria di tanti anni fa e il dispiacere nel rivederlo oggi con tutte le sue crepe.
Quello che voglio fare oggi, con questo mio scritto, è semplicemente difendere l’operato di due ragazzi che hanno avuto il coraggio di far sentire, non solo la propria voce, ma quella di un Paese intero, o almeno quella parte di paese che ha a cuore Cariati.
Quando mi hanno detto che a “Chi l’ha visto” ci sarebbe stato un momento dedicato a Cariati mi sono subito premunita di non perdermelo. Per chi vive fuori da tanto tempo basta un piccolo segnale per cadere nella nostalgia dei tempi, dei luoghi o delle persone; anche sentire un semplice accento simile al nostro dialetto;è un modo per restare aggrappati alle nostre radici, per dire “forse non mi sono allontanata troppo se anche a 1000 km di distanza riesco a trovare qualcuno che parla, non dico lo stesso mio dialetto, ma quasi.
Ho pensato: “finalmente c’è qualcuno che non resta chiuso tra le mura di Cariati ma ha il coraggio di andare oltre”.
Non conosco assolutamente i ragazzi intervenuti, sono fuori da troppo tempo, ma, devo dire la verità, ne sono stata veramente orgogliosa. Ho seguito attentamente quello che è stato detto, in che termini ed i modi usati ma, sinceramente, in nessun momento ho nemmeno percepito quello che è stato definito “presenzialismo ed auto-referenzialità”; probabilmente avremo visto una trasmissione diversa.
Quello che ho visto, invece, sono state due persone che hanno fatto quello che tante autorità politiche non hanno fatto in questi anni. I Cariatesi sono stati defraudati di un bene prezioso e finalmente qualcuno lo esprime ad alta voce.
Effettivamente un’occasione i due ragazzi (che non ho la più pallida idea di chi siano) l’hanno sprecata: quella di fare politica.
Provate a rivedere o risentire la registrazione e vedrete che si parla solo e sempre dell’ospedale e del bene di Cariati, dei cariatesi e del territorio; l’ospedale è stato “il nocciolo della questione e non il “contorno”.
Non voglio commentare il resto perché le immagini parlano da sé, sono dati oggettivi; non c’è nulla da aggiungere né da togliere.
Non voglio fare politica, me ne guardo bene; volevo solo rendere giustizia a due ragazzi che hanno mostrato coi fatti cosa significa avere un paese nel cuore.

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