PASQUALE TRIDICO E LA CONDANNA AL PIANO RIARMO EU: UN’EUROPA CHE TRADISCE SÉ STESSA

"BASTA SOLDI PER LE ARMI"

Protesta M5S a Strasburgo

Antonio Loiacono

Il Parlamento europeo è stato teatro di una protesta simbolica e rumorosa contro il piano ReArm Europe, con il Movimento 5 Stelle in prima linea nella contestazione. L’iniziativa, guidata dall’ex premier Giuseppe Conte, ha visto europarlamentari, deputati e senatori alzare la voce – e gli striscioni – per dire “No” a un’Europa sempre più militarizzata. Tra i tanti interventi, spicca la dichiarazione di Pasquale Tridico, capodelegazione M5S all’Europarlamento, che ha duramente criticato il piano da 800 miliardi promosso dalla Commissione UE, definendolo una sciagura per l’Italia e per l’intera Unione.

Secondo Tridico, il piano ReArm EU rappresenta una svolta preoccupante per il futuro dell’Europa: “Un’Europa che fallisce sé stessa”. Non solo perché spinge gli Stati membri verso una militarizzazione forzata, ma anche perché ciò avviene a spese delle nuove generazioni, che si troveranno a dover ripagare “debiti di guerra” contratti oggi.

“Volevamo un’Europa sociale, riceviamo un’Europa militare che certifica il fallimento della politica”, ha dichiarato senza mezzi termini, aggiungendo che l’attuale leadership europea sta dimostrando incapacità nel trovare soluzioni diplomatiche per fermare la guerra in Ucraina. Un’accusa pesante, che si somma a quella di aver tradito gli ideali di pace e progresso che avrebbero dovuto ispirare l’Unione Europea.

Ma Tridico non si è fermato qui. Ha lanciato un appello diretto alla premier italiana, Giorgia Meloni, invitandola a usare il potere di veto per fermare quello che definisce “una iattura per l’Italia”. Una richiesta che si scontra con la linea dell’attuale governo, allineato con la strategia della Commissione e della presidente Ursula von der Leyen, considerata dall’M5S il simbolo di questo tradimento democratico.

Le proteste del M5S non si limitano a una questione ideologica contro il riarmo. Il vero punto critico, sottolineato anche da Tridico, riguarda l’allocazione delle risorse pubbliche. L’Italia, uno dei Paesi con il debito pubblico più alto d’Europa, si troverà a investire miliardi nel comparto militare mentre sanità, istruzione, welfare e sostegno alle imprese subiranno nuovi tagli.

Ed è proprio questo che fa riflettere: la strategia europea sembra ormai orientata verso un modello in cui la difesa ha più valore della coesione sociale. Si tratta di una scelta politica che cambia radicalmente la natura dell’Unione, allontanandola sempre di più dall’idea di un continente pacifico e cooperativo per trasformarla in un blocco militare guidato dagli interessi della difesa.

Quella che sta emergendo è una spaccatura ideologica profonda: da un lato chi sostiene che l’Europa debba essere forte militarmente per garantire la propria sicurezza, dall’altro chi crede che un’Unione armata rischi di perdere la sua identità originaria di progetto di pace e cooperazione.

Di fronte a questo bivio, la domanda che dobbiamo porci è: stiamo davvero costruendo un’Europa più sicura o stiamo gettando le basi per una futura instabilità? L’incremento della spesa militare, peraltro sostenuta con un indebitamento massiccio, potrebbe paradossalmente aumentare la vulnerabilità economica degli Stati membri, creando nuove tensioni interne e compromettendo il futuro delle prossime generazioni.

Tridico e il Movimento 5 Stelle lanciano un allarme che non può essere ignorato: difendersi non può significare sacrificare il welfare e il futuro dell’Europa. Se il prezzo della sicurezza è la rinuncia alla coesione sociale, forse è il momento di chiederci se abbiamo imboccato la strada sbagliata.

 

Views: 52

Puoi essere il primo a lasciare un commento

Lascia una risposta