Maggioranza di Scala Coeli nella storia, ma perderà.

Non fossi stato Consigliere Comunale della mia città, avrei scritto qualcosa dopo il Consiglio Comunale di Scala Coeli. Ed infatti lo farò lo stesso, ma non come consigliere comunale, bensì come cittadino che ama ed abita questa terra. Perchè lo tenga bene a mente il Sindaco di Scala Coeli: con tutto il rispetto istituzionale che merita, questa terra non è casa sua, pertanto non deciderà lui del futuro dei figli degli scalesi, dei cariatesi, di tutti gli abitanti della fascia ionica.

Ne ero convinto prima, quando avevo ben chiaro cosa stesse succedendo nella cittadina collinare, dove il mix “discarica – raccolta rifiuti – istituto previdenziale” di certo ha fatto e sta ancora facendo il suo laido effetto, soprattutto in un periodo di crisi drammatica come questo.

Ma ne sono ancora più convinto ora, dopo aver visto che nonostante la pubblica compravendita di consenso, la dignità del popolo di Scala Coeli non è stata piegata, né tra famiglie, dove in tanti hanno reagito con educato ma profondo sdegno alla proposta di ampliamento, né tra i banchi del Consiglio, dove la maggioranza del Sindaco Matalone di fatto non è stata neanche maggioranza, avendo “vinto” 5 a 2, con 3 consiglieri della minoranza fuori.

Sia chiaro: quanto fatto ed affermato in quella sede istituzionale resterà nella storia.

Matalone ed i suoi fedelissimi hanno purtroppo comunicato al resto d’Europa che in Calabria possono ancora volare gli asini, che possiamo essere ancora un popolo di sudditi (senza neanche un mezzo Re), che siamo culturalmente ed istituzionalmente fuori dal tempo e dal Continente. Fosse passato un qualsiasi cittadino europeo da quelle parti, ed avesse ascoltato le argomentazioni a sostegno dell’ampliamento, avrebbe di certo creduto di trovarsi a teatro, durante una rappresentazione ambientata nel dopo guerra.

Non nego che un brivido mi ha attraversato la schiena quando Matalone ha pronunciato la tragicamente storica domanda “se non facciamo le discariche, dove mettiamo i rifiuti?”, catapultando il popolo che rappresenta dal 2017 al 1967, gettando d’improvviso tra le fiamme decenni di strategie europee, di protocolli internazionali, di leggi nazionali, di indicazioni tecniche, economiche, scientifiche, istituzionali ormai divenute persino banali, scontate. Tutto svanito insieme alla coerenza del Sindaco, il quale da marinaio rimproverava al capitano Mario Salvato di aver condotto la nave verso la tempesta, e che una volta divenuto capitano sta portando il suo equipaggio dentro un tornado dal quale non uscirà più. Ma non accadrà.

Non accadrà perché su quella nave ci siamo anche noi.

Matalone ha voluto, con quel pareggio in Consiglio Comunale, aprire un braccio di ferro non solo con gran parte della sua gente, non solo con tutti i Comuni vicini, ma anche con l’intelligenza e la dignità di tutti noi cittadini della fascia ionica, intelligenza e dignità che ha, purtroppo, tentato di insultare.

L’economia fittizia e torbida del “sistema di potere non estraneo ad interessi politico-malavitosi” dei rifiuti calabri, drogata dai fallimenti intenzionali della Pubblica Amministrazione, è una delle cause della fame, della disoccupazione e del degrado della nostra terra, non la soluzione. Una economia che arricchisce (e tanto) in pochissimi, e che affama e ammala tutti gli altri. Ma questo Matalone lo sa bene, perchè sono parole che avrebbe potuto pronunciare lui stesso qualche anno fa.

Ed allora, esattamente come dicemmo al suo predecessore, la barzelletta degli “interessi del popolo” il neo sindaco la racconti a qualcun altro: da queste parti le ragioni delle “folgorazioni sulla via di Damasco” le conosciamo tutti e faremo in modo di farle conoscere a tutti coloro che non le conoscono.

Una cosa è certa: questo territorio, la sua gente e le sue Istituzioni, non si faranno trascinare nel ridicolo da qualche amministratore lunatico o incoerente, perché questa terra è fatta anche di grande coerenza, di dignità e di futuro, un futuro fatto di economia reale basata sulle proprie vocazioni.

Soprattutto questa terra è casa di chi ha deciso di abitarla.

Flavio Stasi

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