
■Antonio Loiacono
C’è un’Italia silenziosa, fatta di borghi antichi, campagne, valli e colline, che troppo spesso resta ai margini del dibattito nazionale. Eppure, proprio da questi territori può partire una nuova spinta per il rilancio sociale ed economico del Paese. A ricordarcelo è Nicola Abruzzese, che, in occasione di un incontro promosso dal suo amico, l’europarlamentare Pasquale Tridico, ha voluto offrire, anche dall’antica città etrusca di Fèlsina (l’odierna Bologna) dove oggi lavora, un contributo prezioso alla riflessione collettiva.
Il cuore della proposta di Abruzzese è semplice e coraggioso: rilanciare le aree interne senza stravolgere gli equilibri esistenti, ma adottando strategie nuove e mirate, capaci di trasformare le criticità in opportunità.
Sei Pilastri per il Rilancio, pensati dal responsabile della sezione “Legambiente Nicà”:
“Infrastrutture moderne e sostenibili
Ripristinare e potenziare la rete viaria provinciale e interpoderale, garantendo collegamenti efficienti e sicuri. Fondamentale anche la riqualificazione delle risorse idriche e un deciso investimento sul digitale per colmare il “digital divide” che isola questi territori.
Valorizzazione delle risorse locali
Serve un vero piano di rilancio per l’agricoltura di qualità, l’artigianato tipico e il turismo sostenibile, facendo leva su un patrimonio ambientale e culturale straordinario, ancora troppo poco conosciuto e valorizzato.
Patrimonio edilizio da reinventare
Molti edifici dei centri storici, oggi abbandonati, potrebbero rinascere come biblioteche, piccoli musei della civiltà contadina o scuole di artigianato locale e regionale, restituendo identità e servizi alle comunità.
Servizi pubblici efficienti
Il miglioramento dei trasporti pubblici locali è essenziale per contrastare l’isolamento e agevolare i collegamenti tra borghi, città e aree produttive.
Coinvolgimento delle comunità
Per combattere lo spopolamento, propongo di coinvolgere direttamente le comunità locali nella definizione di strategie di sviluppo, ispirandosi al modello Riace, che ha saputo coniugare accoglienza e rigenerazione sociale.
Energia e innovazione
Progettare nuove infrastrutture energetiche innovative permetterebbe non solo di rispondere alle esigenze locali, ma anche di trasformare questi territori in laboratori di sperimentazione per le energie rinnovabili e le tecnologie green.”
Le aree interne, secondo Abruzzese, non devono essere considerate una realtà residuale, ma una risorsa strategica per l’Italia intera. Favorire la cooperazione tra comuni, superare la marginalità rispetto ai poli urbani, creare le condizioni per l’insediamento di nuove attività produttive e migliorare i servizi essenziali — istruzione, salute e mobilità — sono passaggi indispensabili.
Per farlo serve una sinergia tra istituzioni locali, province, regioni, Stato e Unione Europea, capace di pianificare interventi coordinati e sostenibili. È una sfida ambiziosa, ma necessaria, se vogliamo che il nostro Paese cresca in modo equilibrato e inclusivo, valorizzando quella parte di Italia che custodisce memoria, bellezza e futuro.
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