
Il digiuno e il banchetto Messaggio dellArcivescovo per la Quaresima 2011 Carissimi fratelli e sorelle, inizia la Quaresima. Un tempo di preghiera, un tempo di elemosina, un tempo di digiuno. Un tempo di preparazione. Tutto, in questo tempo, è preparazione alla Pasqua, anche il digiuno. Il digiuno della Quaresima non è fine a se stesso, ma prepara ad un banchetto. E la simbologia del banchetto, se ci pensiamo bene, è molto eloquente nellinsegnamento biblico. Il banchetto indica quella sazietà che la nostra anima, la nostra stessa vita, riceverà nella gioia dellincontro pieno con il Signore: è il banchetto della Pasqua eterna quello che un giorno assaporeremo, ma che già oggi pregustiamo e consumiamo nellEucaristia, Pasqua del Cristo presente in mezzo a noi. Il digiuno di questo tempo, dunque, ci prepara ad unesistenza pasquale, ad unesistenza eucaristica: ci prepara al banchetto. È un banchetto ce lo ricorda Gesù nella parabole evangeliche – nel quale tutti hanno un posto, al quale tutti sono invitati, prima di tutto i poveri e gli ultimi del mondo: coloro che, normalmente, sono allontanati dalle tavole dei ricchi, dimenticati dai totalitarismi dei potenti, penalizzati dalle leggi ingiuste, esclusi dai nostri stessi banchetti È il banchetto della comunione! Quale digiuno faremo in questa Quaresima? Con quale banchetto celebreremo la Pasqua? Penso concretamente alle esigenze che questo Anno pone ai laici, battezzati della Chiesa e cittadini del mondo: di una nazione che, proprio in questi giorni, celebra il 150° anniversario della sua unità. Laici chiamati a vivere unesistenza eucaristica che vivifichi anche la vita politica e sociale di unItalia che oggi deve aprire i propri confini a gente che scappa dalla fame, dalla guerra, dalla paura, dalla violenza; e che deve anche riscoprire, nelle leggi come nella prassi, il senso vero dellunità, evitando o superando discriminazioni arbitrarie ed ingiuste: non ultima, quella tra Nord e Sud. Il digiuno, scrive Benedetto XVI nel suo Messaggio, «acquista per il cristiano un significato profondamente religioso: rendendo più povera la nostra mensa impariamo a superare legoismo per vivere nella logica del dono e dellamore; sopportando la privazione di qualche cosa – e non solo di superfluo – impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro io, per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli» (Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2011). Sì, cari amici: sarà vera, la Pasqua, solo se in questa Quaresima è stato vero quel digiuno che ci aiuta a guardarci lun laltro con occhi diversi, con uno sguardo di comunione. Che non ci capiti, come nella parabola, di essere sordi allinvito dello Sposo e di escludere i fratelli, escludendo così anche noi dalla gioia del banchetto. Rossano, 16 marzo 2011 Santo Marcianò
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