
Gaetano Manfredi è da pochi giorni il nuovo Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Il primo Sindaco di Napoli a ricoprire il prestigioso ruolo di vertice dei quasi 8.000 Municipi del nostro Paese. Dei 7.896 Comuni, distribuiti lungo la nostra Penisola – censimento 2021 – circa 5.500, contano una popolazione residente inferiore a 5.000 persone. Un dato che fotografa in modo puntuale la frammentarietà dei “campanili” italiani. Tanto si scrive e si parla sui piccoli Comuni d’Italia, che sono presenti in tutte le Regioni del nostro Paese, ma poco si riesce a concretizzare. Persiste una qualità di vita diversa tra chi abita Comuni più grandi, rispetto a quelli che risiedono in comunità più piccole. Occorre tanto impegno e lavoro, affinché i cittadini di queste realtà abbiano identiche possibilità di mobilità, istruzione, sanità, dei cittadini residenti altrove. A partire dall’accesso a quei servizi elementari di cui è noto il carattere universale.
Nonostante le ristrettezze e i sacrifici a cui sono sottoposte le politiche di bilancio i Comuni, in particolare quelli piccoli, sono e restano decisivi per la qualità della vita dei cittadini, per la qualità dei servizi, per l’integrazione, serena e ordinata, degli immigrati, per la creazione di quell’humus che deve tenere insieme sviluppo e lavoro, sostenibilità e solidarietà. Potenziare le reti tra i piccoli Comuni é l’unica strada praticabile per tenere testa alla salvaguardia dei mini Municipi d’Italia. Non ci sono altre strade praticabili. Non bisogna, e mi riferisco ai Primi cittadini di realtà minori, essere gelosi della propria autonomia. É necessario esplodere le reti, al fine di combattere lo spopolamento dei piccoli Comuni, in particolare modo quelli localizzati nelle aree interne del Paese. Senza reti rischieremmo di vanificare l’impegno di tanti amministratori e tanta parte della nostra Italia diverrebbe luogo desolato e inospitale. Perciò i piccoli Comuni devono organizzarsi in sistema, dove questo è utile per l’interesse dei cittadini e per la tutela della stessa identità storica e ambientale.
In tale direzione si potrebbe fare di più, e sarebbe saggio definire incentivi più efficaci per esplodere specifiche pratiche amministrative. Il mio sincero augurio é che il neo Presidente Manfredi, nel corso del suo quinquennio, possa prendere a cuore e dare sostanza all’impegno nei confronti dei Piccoli Comuni, contribuendo a individuare forme concrete di sinergia tra le micro-comunità del Paese. Serve un provvedimento amministrativo incisivo, che spinga sempre più all’utilizzo delle reti tra Comuni. Lo Stato deve dare un segnale forte e non apparire in ritirata da questi territori, dove non si produce più ricchezza e, dunque, dove la gente non può più vivere. Parliamo di una importante questione nazionale di cui occorre prendere maggiore coscienza per attivare conseguenti politiche domestiche ed anche europee. Ricordo che l’Italia non sarebbe più lo stesso senza queste realtà. Non si può consentire che i piccoli comuni vengano impoveriti da una continua caduta demografica, da carenza di servizi, da abbandono di terreni e edifici.
Nicola Campoli
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