
■Antonio Loiacono
I partiti di opposizione e i sindacati si sono riuniti oggi davanti alla Corte di Cassazione per presentare il referendum abrogativo della legge sull’Autonomia differenziata. Il quesito referendario, che verrà sottoposto agli elettori, chiede se desiderano abrogare la legge del 26 giugno 2024, n. 86, che stabilisce disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, in conformità all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. Per abrogare la riforma, gli elettori dovranno rispondere “Sì”.
Tra i promotori del referendum si annoverano numerose forze politiche e sociali, tra cui il Partito Democratico (Pd), il Movimento 5 Stelle (M5s), i Verdi, Sinistra Italiana, Italia Viva (Iv), +Europa, il Partito della Rifondazione Comunista, la Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil), l’Unione Italiana del Lavoro (Uil), l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi), l’Associazione Ricreativa Culturale Italiana (Arci) e il World Wildlife Fund (Wwf).
Elly Schlein, segretaria del Pd, ha dichiarato che questa iniziativa è cruciale per fermare un’autonomia che rischia di frammentare ulteriormente il Paese. “Il Governo non ha messo un euro per l’implementazione della legge, il che dimostra la loro indifferenza verso le disuguaglianze,” ha affermato Schlein davanti alla Corte di Cassazione. “Inoltre, non ha senso avere venti politiche energetiche diverse; ci condanniamo all’irrilevanza internazionale. Ci sono tante ragioni per mobilitarsi insieme e siamo felicissimi di farlo con questo ampio rassemblement di forze politiche, associazioni e sindacati. Ci stiamo muovendo anche con le Regioni per il referendum.”
Anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, ha sottolineato l’importanza del referendum abrogativo, pur riconoscendo la difficoltà del percorso. “Si avvia una delle iniziative delle opposizioni contro le riforme pericolose di questo Governo. La via del referendum abrogativo non è facile, ma è quello che deve fare un’opposizione seria,” ha dichiarato Magi. Ha inoltre esortato il Governo Meloni ad attivare una piattaforma digitale per facilitare la raccolta delle firme necessarie.
Con la presentazione di questo quesito referendario, i promotori mirano a sensibilizzare l’opinione pubblica ed a raccogliere il sostegno necessario per contrastare una riforma che considerano divisiva e pericolosa per l’unità del Paese. La prossima fase del processo richiederà un impegno significativo per raccogliere le firme necessarie e portare la questione al voto referendario, rappresentando una delle battaglie principali delle forze di opposizione contro le politiche del Governo in carica.
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