“DIRITTO ALLA SALUTE NEGATO”: LA SILA GRECA SI MOBILITA PER UNA SANITÀ PUBBLICA EFFICIENTE

Agostino Chiarello (Sindaco Campana)

Antonio Loiacono

Nei giorni scorsi, i cittadini di Longobucco, Campana (nella foto) e Bocchigliero, tre piccoli centri dell’entroterra della Sila Greca, si sono mobilitati per difendere un diritto fondamentale: il diritto alla salute. Attraverso manifestazioni e sit-in organizzati dalla Cgil dell’entroterra e guidati dal segretario zonale Antonio Baratta, centinaia di persone hanno partecipato a tre giornate di protesta consecutive per rivendicare un Servizio Sanitario Pubblico efficiente, sottolineando il profondo disagio che si vive nei comuni delle aree interne calabresi.

Le proteste, che hanno visto la partecipazione di sindaci, consiglieri comunali, studenti, commercianti e pensionati, si sono svolte il 14 ottobre a Bocchigliero, il 15 a Campana e il 16 a Longobucco. I manifestanti hanno esposto con forza le difficoltà quotidiane nell’accedere a cure mediche adeguate, soprattutto per le persone più fragili come gli anziani. In queste zone, infatti, le strutture sanitarie sono poche, mal organizzate e insufficienti per soddisfare i bisogni della popolazione.

Il grido di protesta si è basato su un principio fondamentale della Costituzione italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e nell’interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Il messaggio dei cittadini è stato chiaro: chiedono un incontro urgente con i vertici della sanità regionale e con il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, per affrontare le gravi carenze sanitarie che affliggono i comuni della Sila Greca.

Nonostante il successo delle manifestazioni nei tre comuni, si è notata l’assenza di altri centri dell’area, che, sembra, non siano stati invitati a partecipare. Una decisione che rischia di indebolire la lotta complessiva, poiché la questione sanitaria non riguarda solo singoli comuni, ma l’intera regione, ed in particolar modo le aree più isolate e marginali. Il problema della sanità nelle aree interne della Calabria è infatti strutturale e richiede una mobilitazione collettiva e coordinata per poter esercitare una pressione sufficiente sulle istituzioni.

La frammentazione delle proteste potrebbe rivelarsi un errore strategico, poiché rende meno incisive le rivendicazioni delle piccole comunità, già emarginate dal punto di vista istituzionale. L’assenza di un fronte unito rischia di favorire l’immobilismo delle istituzioni, che potrebbero ignorare le richieste di intervento se provenienti da un numero limitato di comuni.

La lotta per un Servizio Sanitario Pubblico efficiente non può essere affrontata in modo disorganizzato o parziale. È essenziale che tutti i comuni dell’entroterra calabrese uniscano le proprie forze per esercitare una pressione costante e coordinata sulle istituzioni regionali. Solo con un fronte compatto sarà possibile ottenere risultati concreti, come il miglioramento delle strutture sanitarie, l’accesso a cure specialistiche e una distribuzione equa del personale medico.

Le proteste di Longobucco, Campana e Bocchigliero sono state un esempio di resistenza civile e di consapevolezza dei propri diritti. Ma è fondamentale che anche le altre comunità della Sila Greca e delle aree interne si uniscano a questa battaglia per il diritto alla salute. Il coinvolgimento di tutti i comuni che condividono queste criticità è l’unica via per garantire un futuro migliore e una sanità all’altezza dei bisogni di tutti i cittadini.

La salute è un diritto inalienabile, non un privilegio per pochi, e spetta alle istituzioni regionali rispondere con interventi immediati e concreti.

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