
Non si può che restare increduli, davanti alla decisione di un giovanissimo, di mettere fine improvvisamente e drammaticamente alla propria vita. Non conoscevo personalmente Vincenzo, ma ho letto tantissimi messaggi sui social e parlato con alcuni suoi amici, che ne evidenziano la sua ricca bontà d’animo e la grande gentilezza caratteriale.
Sentimenti significativi che ne fanno un ragazzo buono, sincero ed elegante. Non so proprio cosa gli sia passato per la mente, ma di sicuro forse anche la società in cui viviamo qualche domanda deve porsela. Purtroppo la problematica di matrice depressiva e ansiosa è un fenomeno piuttosto esploso in particolare tra i giovani.
Assistiamo proprio ormai stabilmente da un paio d’anni a un incremento di condotte suicidare proprio in quella fascia d’età e questa è una problematica certamente che dovuta la sottovalutazione di alcune condizioni che chiaramente sono legate alla salute mentale, che probabilmente non vengono intercettati in tempo o sottovalutate e che poi ci sfociano in gesti gravi di non ritorno.
Poi nell’era della rete e dei social c’è ormai poco da aggiungere: le persone sono sempre più lontane le une dalle altre. La distanza, che sembra ormai irrecuperabile, in effetti segna in modo inequivocabile una separazione netta tra la gente. L’umanità, l’empatia umana é quasi finita. C’é in giro una ricerca di solitudine che in un momento storico di massima interconnessione della società, appare un paradosso.
Non si è più portati al confronto di persona sia sul piano professionale che, addirittura, a volte anche amicale. Un disastro. C’è in atto una irrecuperabile lacerazione dei rapporti umani. La vita è sterilizzata dalla presenza dell’altro. Una strada su cui camminano gran parte delle persone.
Ciao Vincenzo anima buona della nostra amata comunità. Un forte abbraccio ai suoi familiari. Cariati non ti dimenticherà, ma si interroga su quanto non ha fatto e su quanto potrà fare per i suoi giovanissimi. Adesso è il momento del silenzio dolente affettuoso e rispettoso, che a capo chino ci riporti a riflettere su ciò che è essenziale nella vita. E a saper poi confortare, nei fatti e col cuore, chi nella famiglia dei superstiti oggi si sente ancora più annichilito e più solo.
Nicola Campoli
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