Il virus non è ancora sconfitto. Avremo un vaccino in tempi relativamente brevi?

di Angelo Mingrone

Venendo incontro al desiderio di dare il mio contributo di speranza e solidarietà alla nostra meritevole Associazione Ricchizza, che si avvale in primis della collaborazione del poeta Vito Sorrenti, il quale non manca di regalarci ogni giorno una delle sue imperdibili pillole che ci rendono più consapevoli delle nostre origini e orgogliosi del fatto che la nostra terra abbia dato i Natali ad illustri personaggi, compresi Santi, filosofi, famosi medici e chirurghi e dotti nel campo delle varie branche del sapere, venendo incontro a questo mio desiderio, dicevo, vorrei aggiornare il Presidente Vincenzo, e poi tutti i nostri amici, sulle ricerche relative alla fabbricazione in tempi ragionevoli (chissà magari alla fine dell’anno) di un vaccino in grado di fornire la migliore risposta nella lotta contro il CORONAVIRUS, responsabile della infezione denominata COVID-19.

Come voi tutti avete avuto modo di notare, nelle ultime settimane pare che il contagio stia rallentando, le persone infette, sempre tante, stanno diminuendo, e quello che più conta e che dà una reale sensazione che la situazione stia evolvendo verso il meglio è in sostanza la minore pressione da parte dei pazienti verso le strutture sanitarie recettive: pronto soccorso (così anche al plurale), reparti COVID intensivi sub intensivi e di rianimazione.  Per fortuna sembra che i giorni bui, caratterizzati dalle immagini tremende dei camioni dell’esercito che tasportavano fuori regione le bare dei pazienti deceduti a Bergamo (che abbiamo tutti negli occhi e  nel cuore) facciano parte ormai del passato, ma sono stati per noi tutti  un incubo che non possiamo né vogliamo più rivivere.

La sensazione di ottimismo viene trasmessa  quasi quotidianamente dalle TV locali e nazionali, che parlano di curve di contagio in calo, e di una situazione particolarmene favorevole nel mezzogiorno, dove per fortuna il virus si è diffuso molto meno di quanto temuto, e di quanto paventato, dato che le nostre strutture sanitarie non sarebbero certo state  in grado di competere con quelle del Nord (caro Vito, nonostante il nostro gloriosissimo passato) nel caso in cui il contagio avesse avuto la stessa forza anche dalle nostre parti. Ma per fortuna così non è stato e in Calabria i casi registrati quotidianamente si contano sulla punta delle dita delle mani, e spesso di una sola mano.

Ma il virus non è ancora sconfitto. E non conosce nessuna fase uno, e nessuna fase due. Il nemico ci tiene sotto scacco e sembra non aspetti altro che un calo della nostra attenzione,  una riduzione delle precauzioni che dobbiamo mantenere,  un allentamento eccessivo delle nostre restrizioni per tornare a mordere e a colpire senza tregua e senza pietà.

Questo però è il momento dell’ottimismo, cauto, ma percepito in molti di noi. E l’ottimismo deriva anche dalla prospettiva di realizzare un vaccino in tempi relativamente brevi. Sono diverse le strade che si stanno seguendo in questa direzione. Una delle più promettenti  nasce dalla collaborazione tra un Istituto Italiano,  la Advent-IRBM di Pomezia e lo Jenner institute dell’Università di Oxford diretto dalla professoressa Sarah Gilbert.  In pratica l’Istituto Italiano fornirebbe au virologi inglesi un virus simile al CORONA (sfruttando la ricerca portata avanti in occasione della pandemia da SARS di qualche anno fa), simile per morfologia e composizione chimica, un virus cioè che utilizza   l’acido nucleico RNA a singolo filamento e non a doppia elica, racchiuso in un contenitore di forma sferica, il capside, che però non è in grado di moltiplicarsi e quindi di recare danno all’organismo. Su questa “sfera innocua” cosituita da grassi e proteine, gli scienziati inglesi innesterebbero una proteina simile agli “spike” presenti nel virus natuale, che non sono altro che  quegli spuntoni che fuoriscono dal virus stesso  e che vediamo tutti i giorni in tv. Questi spike,  sono costituiti da proteine fabbricate in laboratorio che innestate sul virus innocuo sono in grado di scatenare una risposta anticorpale in grado di proteggere l’individuo dalla infezione da Coronavirus, conosciuto in ambito scientifico con termine SARS-COV2.  Che la strada sia promettente lo dimostra anche l’interesse  manifestato dal Presidente degi Stati Uniti, Donand Trump. E di una delle più importanti case farmaceutiche, l’Astra Zeneca con la quale lo Jenner Institute ha stretto una partnership con lo scopo di finanziare e aiutare la ricerca e lo sviuppo del vaccino.

Che i primi  risultati siano promettenti lo dimostrano gli esperimenti effettuati nel mese di aprile,  consistiti nell’iniettare questo prototipo di vaccino in sei macachi in un Centro delle Montagne Rocciose dei laboratori di Hamilton, in Montana, Stati Uniti. 28 giorni dopo la inoculazione del vaccino i 6 macachi sono stati infetti con il coronarviur nei confronti del quale hanno sviluppato una resistenza tale da impedire la moltipilicazione del virus. Replicazione che si è invece verificata nei tre animali di controllo utilizzati per lo stesso esperimento.  I risultati attendono ulteriori conferme, ma sono molto promettenti, tanto è vero che è già cominciata la fase di arruolamento di 500 volontari per saggiare la innocuità del vaccino stesso, dopo di che cominceranno gli esperimenti di fase più avanzata preliminari alla produzione di un vaccino  di massa, che speriamo sarà il più democratico possibile. Buone speranze dal fronte della ricerca, dunque. Ma nel frattempo noi tutti che dobbiamo navigare tra le insidie che comporta un’apertura indiscriminata di Scilla,  e la minaccia della crollo irreversibile della nostra economia di Cariddi: noi tutti siamo tenuti ad mantenere in questa fase due un atteggiamento ancora più responsabile di quello della fase uno, quando ce ne stavamo rintanati in casa, protetti e al sicuro. Adesso dobbiamo gradualmente cominciare  con prudenza a tornare alle nostre attività, ma dobbiamo farlo con coscienza e raziocinio per non dovere sprofondare nuovamente nell’incubo dei mesi appenda trascorsi. Buona giornata a voi tutti.

Angelo Mingrone

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