Paolo, l’edicola e la sua Vita

Paolo era caduto in un silenzio depresso alla soglia dei suoi cinquanta anni

Edicola

Paolo era caduto in un silenzio depresso. Respingente verso il mondo esterno. Non riusciva più a dialogare con i suoi clienti. Quelli abituali e di passaggio.

Aveva perso la sua generosa e positiva esuberanza che metteva di buono umore chiunque varcasse la porta della sua edicola, dalle prime luci dell’alba sino alla sera tardi. Tutti i giorni della settimana. Un copione da teatro stabile.

L’unica pausa che si concedeva erano le poche ore del pomeriggio della domenica. Quando in paese calava il silenzio assoluto. Tutti chiusi nelle loro quattro mura a tirare il fiato, pronti a ripartire dal lunedì seguente.

Paolo era arrivato ormai alla soglia dei suoi cinquanta anni. L’edicola andava avanti da 100 anni e lui rappresentava la terza generazione. Non era sposato. Aveva sposato il suo lavoro, nonostante il momento non era dei più floridi. Il mestiere, infatti, aveva necessità di cambiare.

Si era giunti al punto di decidere. Chiudere o ripartire. Ma in che modo? I cambiamenti spaventano e non è mai certo che arrivano a buon fine cogliendo gli obiettivi.

Bisognava forse mettere fine a un’epoca. Il terremoto digitale ormai rubava vertiginosamente lettori alla carta stampata. I giovani erano lontanissimi da tutto quello che non arrivasse sui loro compagni di vita. Gli smartphone.

Erano sempre più le copie di quotidiani e periodici che tornassero indietro. La resa aumentava con il passare delle settimane e Paolo era smarrito non sapendo cosa fare. Andava fatto un tuffo nel futuro. Ma come? Con chi? Prendere una decisione imminente e necessaria.

Sabino un vecchio cliente che gli era restato fedele come qualcun altro entrò quella mattina e gli disse ” Non sarà mica che ti sei rimbecillito“? Paolo restò ammutolito. Non si aspettava quel cazzotto nello stomaco. Lo scossone verbale gli servì per voltare definitivamente pagina. Uscire da quella maledetta ossessione e riprendere le fila del suo futuro. Riappropriarsi della vita.

Forte gli rimbombò quel senso di inadeguatezza. Colse quell’attimo come una scossa. Una spinta a non chiudersi nel suo isolamento. Non gli avrebbe portato a nulla se non ad aggravare e nuocere il suo già precario umore.

Alla vita che ti scuote e traccia, inaspettatamente, un nuovo percorso non va sbattuta la porta in faccia! Abbiamo tutti bisogno di non farci risucchiare dal buio, raccogliendo le idee che ci fanno reagire finché siamo in tempo. E il tempo é sempre abbastanza!

Paolo cambiò la sua edicola, cambiando la sua Vita! In modo limpido, leggero, non coinvolgente, ma sconvolgente. Seppe incamminarsi lungo un percorso romantico e amabile. Lontano da rovi verso una verità lucente che lo illuminasse. Per la gioia di chi non riusciva più a vederlo in quello modo sopito e inerme.

ps: Non me ne vorranno i miei tre lettori. Come Paolo sconvolse la sua Vita ancora lo devo pensare! Capita!

Nicola Campoli

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