
■Antonio Loiacono
Si sottolinea un’importante dinamica politica e sociale in Calabria riguardo la proposta di referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata. La decisione, oggi, della prima commissione consiliare di rinviare la discussione su questa proposta ha creato tensioni e sollevato molte domande sul futuro di questa riforma.
La presenza di sindaci ed amministratori, nonché rappresentanti di partiti e sindacati, in un sit-in davanti al Consiglio regionale, mostra un forte dissenso e preoccupazione rispetto all’Autonomia differenziata. Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha descritto l’iniziativa come “utile e positiva”, sottolineando l’importanza di portare il dibattito oltre le mura delle istituzioni e coinvolgere direttamente la cittadinanza. Questo sottolinea una percezione diffusa che la riforma possa avere impatti negativi significativi, specialmente su servizi essenziali come sanità, istruzione e mobilità, che potrebbero essere gestiti in modo disomogeneo tra le regioni.
Il consigliere del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise, ha commentato positivamente la presenza di tanti amministratori, sottolineando l’importanza di una coalizione che vada oltre le divisioni politiche. “È utile fare fronte comune contro questa riforma non solo tra le opposizioni ma anche tra le forze sindacali e politiche,” ha dichiarato Tavernise. “Non riusciamo a capire il presidente Occhiuto e la maggioranza di governo regionale come intendono muoversi.”
Antonio Lo Schiavo, rappresentante del gruppo misto, ha enfatizzato la necessità di chiarezza da parte del Consiglio regionale. “La nostra proposta intende svelare la reale volontà della maggioranza in Consiglio regionale. Vogliamo capire se il Consiglio della Calabria è a favore del referendum o se invece preferisce ancora fare melina,” ha affermato Lo Schiavo, evidenziando la mancanza di una posizione chiara da parte della maggioranza.
Domenico Bevacqua, capogruppo del Partito Democratico, ha ribadito l’importanza della presenza dei sindaci alla manifestazione, vedendo in essa un segnale forte delle istituzioni locali. “Abbiamo voluto la presenza dei Sindaci per dimostrare che su questa battaglia ci sono le Istituzioni calabresi. Le stesse che devono difendere i diritti essenziali dei calabresi, che sono sanità, istruzione e mobilità,” ha dichiarato Bevacqua, sottolineando il ruolo cruciale che i servizi pubblici essenziali giocano nel mantenere l’equità e la coesione sociale nella regione.
Le dichiarazioni dei rappresentanti di M5S, Pd e del gruppo misto indicano una chiara opposizione alla riforma ed una volontà di difendere l’unità del Paese. La raccolta di trecentomila firme contro l’Autonomia differenziata è un segnale forte di dissenso popolare. Giusy Iemma, la n° 2 di Palazzo De Nobili in Via Jannoni, 68 a Catanzaro, ha espresso un netto “no” alla riforma, considerandola non solo divisiva ma anche una minaccia ai principi fondamentali della Costituzione italiana.
In questo contesto, la decisione del Consiglio regionale di rinviare la trattazione può essere vista come un tentativo di evitare una spaccatura o di prendere tempo per valutare meglio la situazione. Tuttavia, l’incertezza su come la maggioranza guidata dal presidente Occhiuto intende procedere aggiunge ulteriori tensioni al dibattito politico. La richiesta di una posizione chiara da parte del centrodestra calabrese, come evidenziato da Vincenzo Romeo, riflette un’esigenza di trasparenza e chiarezza che al momento sembra mancare.
È evidente la fase di grande incertezza e tensione politica in Calabria ed a livello nazionale! La questione dell’Autonomia differenziata, infatti, va ben oltre le semplici competenze regionali, toccando temi profondi come l’unità del Paese e l’uguaglianza dei cittadini. La forte reazione e mobilitazione da parte di amministratori e cittadini mostrano quanto sia sentita questa problematica. Il dibattito che si svilupperà nelle prossime settimane sarà cruciale non solo per il destino della riforma, ma anche per il futuro delle relazioni tra le regioni italiane ed il ruolo dello Stato centrale. Le scelte che verranno fatte potrebbero avere conseguenze significative per la struttura e la coesione dell’Italia.
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