
Organizzato dal Rotary Club di Cariati, presso il civico Museo MuMAN si è tenuto un convegno sul tema: “Decentramento amministrativo e autonomie politiche: Processi di emancipazione sociale nelle omogeneità territoriali”.
Dopo il tocco della campana e gli inni nazionali, il segretario del Club “Terra Brettia” Tommaso Spina che per l’occasione ha svolto le funzioni di moderatore, ha salutato gli ospiti presenti tra i quali il presidente del Club di Cirò Giovanni Ciccopiedi, del Club di Strongoli Mario Siniscalco, l’assistente del Governatore Giuseppina DeNovara ed il sindaco di Cariati Cataldo Minò. Prima di cedere la parola alla Presidente del Club di Cariati Rosetta Lobono, ha presentato il tavolo dei relatori, Fabio Pugliese nella qualità di direttore operativo ODV “Basta vittime sulla S.S.106”, Domenico Mazza nella qualità di Presidente comitato “Magna Graecia”, Enrico Iemboli nella qualità di Assistente del Governatore del Distretto Calabria 1102 il quale ha tratto altresì le conclusioni.
I lavori sono stati introdotti dalla Presidente del Club ospitante Rosetta Lobono che ha fatto presente di avere voluto organizzare il convegno per dare un contributo al dibattito in atto nel territorio e che riguarda il “decentramento” amministrativo nonchè l’ipotesi di istituzione di una nuova provincia.
Preliminarmente all’intervento dei relatori, il sindaco di Cariati ha portato i saluti istituzionali riservandosi di intervenire nel dibattito successivo e dando fin da subito la massima disponibilità alla valutazione delle proposte che verranno fatte..
Il primo intervento dei relatori è stato quello di Fabio Pugliese, direttore operativo O.D.V. “Basta vittime sulla S.S. 106” il quale ha messo in rilievo che la strada “della morte” continua a mietere vittime innocenti e che ad oggi non sia ha certezza di soluzione del problema in quanto nella popolazione calabrese stagna ancora incredulità nonostante gli annunci di nuovi finanziamenti.
Dopo di lui, in collegamento audio, il direttore di “Informazione e Comunicazione” Matteo Lauria, anche lui in scaletta come moderatore con Tommaso Spina ma impossibilitato ad essere fisicamente presente, si è scusato dell’assenza per cause di forza maggiore ed ha augurato buon lavoro a tutti i presenti.
E’ seguito l’intervento di Domenico Mazza, presidente comitato “Magna Grecia” il quale ha messo in evidenza come la riforma delle province non può presupporre dal rilancio sistemico degli ambiti vasti, ribadendo che più che di nuove province sarebbe necessario inquadrare questo ente nel giusto parametro tra la dimensione regionale e macroregionale e i comuni. Ha concluso che le piccole province si sono rivelate un boomerang: poco funzionali e controproducenti.
E’ seguito il dibattito con la partecipazione degli ospiti presenti in sala, quasi tutti hanno rilevato che il territorio soffre della mancanza di incidenza della classe politica locale che nei fatti si è dimostrata irrilevante per la soluzione dei problemi in quanto è preoccupata più di “ubbidire” al proprio leader che lo dovrà ricandidare e poco del territorio.
Le conclusioni del lavori sono state fatte da Enrico Iemboli, Assistente del Governatore del Distretto Rotary della Calabria Maria Pia Porcino della quale ha portato i saluti.
Iemboli si è congratulato con il Club di Cariati per l’iniziativa del convegno ed ha fatto presente che il Rotary è attento all’ascolto e sostiene tutte le idee ed i progetti che possono contribuire al miglioramento delle condizioni delle persone e dei territori.
Egli ha affermato che la scelta del tema della serata è stato quanto mai opportuna perché come ogni discussione apre orizzonti per nuove riflessioni, ha altresì riferito che è necessario essere concreti ed essere realistici senza farsi prendere dal sentimentalismo o da rievocazioni storiche.
A tal proposito riferisce della esperienza fatta con la l’operazione fusione delle due aree urbane di Corigliano e di Rossano che hanno dato vita ad una nuova città unica dalle dimensioni rilevanti che hanno destato l’attenzione dell’intera Calabria.
A differenza delle province di Crotone e di Vibo Valentia, istituite con Decreto Governativo nel 1992 dalla sera alla mattina e che a distanza di circa 33 anni non vantano cambiamenti significativi né svolte apprezzabili, la nuova città unica di Corigliano Rossano non è stata calata dall’alto ma è stata voluta dai cittadini che si sono costituiti in “Comitato” con l’obiettivo di dire “basta” agli scippi degli uffici e dei servizi che dal territorio e da Rossano venivano declassati o spostati altrove.
Con l’istituzione della città unica di grosse dimensioni (la terza città della Calabria) si è voluta avere più rilevanza nelle istituzioni ed essere protagonisti nelle decisioni politiche, anche se, come si sa, le idee ed i progetti camminano sulle gambe e sulla capacità degli uomini.
La nuova città di CO-RO è stata una novità che ha rotto gli equilibri consolidati e se sarà capace di riprogettarsi e sfruttare le risorse naturali per diventare “attrattiva”, perché non proporsi come punto di riferimento per l’istituzione di una nuova provincia nell’area del nord-est della fascia Jonica?
I Club Rotary di questa area hanno iniziato a lavorare in questa direzione, predisponendo un progetto di idee che guardano per esempio alla rivalutazione dei centri storici, al collegamento da una parte all’altra della città, all’utilizzo del porto di Corigliano dal punto di vista turistico collegandolo con i porticcioli di Cariati e a nord di Trebisacce oltre che dal punto di vista industriale e commerciale, con una propria autorità portuale che guardi verso il polo industriale di Taranto (distaccandosi dalla sede navale di Gioia Tauro) e faciliti il trasporto delle merci verso il nord dell’Adriatico (Ancona, Venezia, ecc.) e la zona dei Balcani, evitando così che le merci debbano passare dallo stretto di Messina per poi risalire verso il nord.
La Redazione
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