

Nessuno si stupirebbe se frasi come queste fossero state profferite da individui di sesso maschile come il senatore Pillon, un balordo da bar la cui unica base culturale è il pregiudizio, un imam ultraintegralista al seguito dei talebani o come è d’uso, in un processo per stupro, da un avvocaticchio in vena di farcire la sua arringa di luoghi comuni e frasi fatte e impegnato a tentare il rovesciamento dei ruoli fra l’accusato e l’accusatrice.
Ma a dirle è stata Barbara Palombelli: una donna. Una donna che per di più passa per essere un’intellettuale, e per giunta di sinistra. Come può una donna anche solo concepire idee del genere, che ripugnano a chiunque disponga di un briciolo di capacità di raziocinio?
Da quando in qua, Signora Palombelli, un “comportamento esasperante e aggressivo” della vittima, ammesso che ci sia stato (ma solo da parte delle donne, sia chiaro!) legittima l’assassinio? Da quando in qua si riconosce all’omicida – anzi, al femminicida – il diritto di sparare, accoltellare, avvelenare, strangolare, e quasi sempre in forma premeditata, la donna che ha semplicemente rifiutato le sue avance o ne ha avuto abbastanza di essere, lei, vittima di un comportamento violento? Da quando in qua una donna che dice “no” o dice “basta” è colpevole di comportamenti esasperanti e aggressivi?
E soprattutto: da quando in qua si riconosce all’assassino il diritto di perdere la capacità di raziocinio e di autocontrollo? Si rende conto, Signora Palombelli, del fatto che profferendo quelle frasi ha avallato il frusto cliché del povero uomo vittima (lui, non lei) della donna subdola e tentatrice che, meschinello, alla fine ha reagito a una provocazione?
Ma cosa sono questi individui, uomini o tori infoiati e bavosi, privi di cervello, che s’imbufaliscono alla vista di un drappo agitato davanti al loro naso?
No, Signora Palombelli: sa benissimo anche lei che in realtà questi uomini non sopportano l’idea che una donna, peggio ancora la “loro” donna, osi considerarsi “qualcuno” anziché “qualcosa”, un “qualcosa” di cui loro, e solo loro, hanno il diritto di disporre. Ma lei vuole giocare a fare la voce fuori dal coro, non è vero, Signora? Oh, ma certo: fa tanto figo e poi sa tanto di intellettuale autonoma e libera; e di sicuro fa tanto parlare di lei, in una società in cui non conta che si parli bene o male di qualcuno se quel qualcuno, ad esempio lei, ha tanto bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione.
Beh, se questo è il caso c’è riuscita, Signora Palombelli: tutti parlano di lei. È soddisfatta?
Io spero di no. Io spero che si sia resa conto di aver detto una cosa che non sta né in cielo né in terra, una cosa indecorosa, vergognosa, indecente e assurda.
E che si vergogni, Signora Palombelli.
Giuseppe Riccardo Festa
Views: 2
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.