
Da qualche anno si sta registrando un abbandono scolastico, dopo la scuola secondaria, di tanti giovani che, non avendo supporti di consulenza sociale, si avventurano verso l’ignoto. Le cause di tale fenomeno sono molteplici e non imputabili ai giovani, ma, sicuramente, ad una società poco attenta alle dinamiche dello sviluppo.
I nostri ragazzi percepiscono la necessità di un veloce inserimento nel mondo del lavoro e sono attratti da una sistemazione anche provvisoria, pur di registrare il consenso per la sua “occupazione” in famiglia o tra gli amici. Il tintinnio di qualche spicciolo ottenuto per le sue prestazioni transitorie, forse solo stagionali, produce la definitiva voglia di abbandonare gli studi. Così si espande il numero di giovani che non continuano gli studi superiori ed universitari. Un fenomeno in crescita che sta provocando, nel Meridione, un abbassamento del livello culturale sociale. Ma il danno maggiore è quello che consolida la dispersione scolastica, creando una voragine di disoccupazione indotta dalla mancanza dei titoli richiesti per l’inserimento in tutte le attività che hanno, ormai, i parametri nazionali per i quali, senza titolo, non si accede decorosamente nel mondo del lavoro.
A rendere ancora più drammatica tale situazione, anche per i più volenterosi, si aggiunge la tragedia della “Laurea Breve”. Finito tale percorso i neo dottorini si presentano felici con la fatidica domanda: “Preside, cosa posso fare? Mi sono laureato”. E la risposta è sempre dolorosa:” Niente!” Il sistema sociale apre alle lauree con la L maiuscola, ma è tanto avaro nei confronti di molti giovani che pensano di ridurre i tempi della formazione. Non è colpa loro, ma del sistema incapace di Orientare e di fare opportuna consulenza ai giovani che crescono. Un terzo motivo che favorisce la Dispersione Scolastica è, sicuramente, l’abbandono dei giovani a scelte formative difficili e non guidate verso lo sbocco professionale, ma determinate da fantasie amicali, da attrazioni illusorie della città nella quale, troppo spesso, si riscontrano i pericoli che tanti hanno sofferto e per i quali, poi, hanno abbandonato.
Occorre elevare l’impegno di tali problemi nelle famiglie e nelle scuole. Occorre guidare meglio le scelte, non costringendole, ma condividendole con i giovani con la saggezza della conoscenza di tali fenomeni. Fare Orientamento, non limitato ai pochi incontri inutili con chi cerca clienti-alunni. Una riflessione che può agevolare il compito a genitori e docenti, composta da alcuni suggerimenti.
1. Parliamo con i nostri giovani. Cerchiamo di cogliere le loro aspettative. Aiutiamo la riflessione guidando senza forzature, verso scelte oculate e produttive per il futuro.
2. Facciamo capire che un percorso di studio breve non è il meglio per uno sbocco professionale, ma deve completarsi con la specializzazione o la magistrale.
3. Per chi può la scelta universitaria migliore e quella che risponde alle personali inclinazioni e competenze che possono essere selezionate con l’aiuto di professionisti capaci di consulenza.
4. Si allontani il teorema che il corso di studi brevi è quello che ti inserisce prima nel mondo del lavoro. Chi ha problemi che rendono difficile la frequenza nelle Università Statali, deve conoscere l’alternativa delle Università Telematiche, con una scelta oculata e seria.
5. Non avere fretta , non lasciarsi deviare dalle occupazioni provvisorie e stagionali. Lo studio ed il conseguimento del titolo offrono serenità e maggiori alternative di lavoro.
Sconfiggiamo insieme la Dispersione Scolastica!
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