
C’è un’Italia dimenticata, fatta di strade tortuose, collegamenti carenti e servizi che invece di avvicinarsi alle persone sembrano fuggirne. È la realtà quotidiana che vivono i cittadini del Basso Jonio Cosentino — da Cariati a Rossano, passando per Terravecchia, Scala Coeli, Mandatoriccio, Campana, Calopezzati, Pietrapaola, ecc.— costretti ad affrontare fino a 200 chilometri tra andata e ritorno per raggiungere l’unico sportello operativo del Consorzio di Bonifica, collocato a Trebisacce.
Un tragitto che, percorrendo la SS106 Jonica, significa tempo, fatica, rischio e denaro, per sbrigare una semplice pratica o chiedere un’informazione. E non è solo una questione di chilometri: a peggiorare la situazione è un trasporto pubblico quasi inesistente, privo di collegamenti diretti tra i vari centri e Trebisacce, obbligando così gli utenti a viaggi scomodi e onerosi con mezzi propri.
Una testimonianza diretta: “Viaggi assurdi ed anacronistici per una semplice pratica”
Lo racconta con amarezza Francesco, agricoltore di Calopezzati:
«Ho dovuto prendere un giorno intero di permesso dal lavoro per recarmi a Trebisacce, solo per avere dei chiarimenti su un avviso di pagamento. Tra andata e ritorno ho percorso quasi 200 chilometri su una strada pericolosa e mal ridotta. È inaccettabile che, nel 2025, per una pratica ordinaria non ci sia uno sportello più vicino o almeno un ufficio decentrato. Siamo stati abbandonati da tutto e da tutti.»
Quella che doveva essere una riorganizzazione dei servizi consortili si è trasformata in un evidente passo indietro, una scelta che penalizza centinaia di famiglie, agricoltori e imprese di un territorio già messo in ginocchio dalle carenze infrastrutturali e dalla lontananza dei centri decisionali.
Eppure, esistono soluzioni semplici e di buon senso: è noto, infatti, che presso la zona industriale di Insiti, nei pressi del nascente Ospedale della Sibaritide, esiste già una sede del Consorzio di Bonifica, che potrebbe essere agevolmente potenziata e trasformata in sportello decentrato. In alternativa, i Sindaci dei comuni interessati potrebbero ospitare, anche a rotazione, degli sportelli nei municipi, garantendo ai cittadini un servizio di prossimità essenziale.
È tempo che le sigle sindacali, le associazioni di categoria e i rappresentanti dei lavoratori agricoli scendano in campo con decisione, facendosi portavoce di queste legittime istanze presso il Consorzio e la Regione. Allo stesso modo, i sindaci dei comuni del Basso Jonio hanno il dovere di unirsi, superando i campanilismi, per chiedere con forza il ripristino di un servizio vicino ai cittadini.
Non è più tollerabile che un territorio strategico dal punto di vista agricolo, storico e turistico, venga sistematicamente privato di presìdi amministrativi essenziali, allontanando ulteriormente istituzioni e cittadini.
Questa non è solo una questione burocratica o organizzativa: è una battaglia di civiltà e di rispetto per una popolazione che ha il diritto di essere servita, ascoltata e valorizzata. La centralizzazione dei servizi a Trebisacce è l’ennesima dimostrazione di un Sud dimenticato, dove le distanze non sono solo fisiche, ma sociali e politiche.
La nostra redazione continuerà a seguire questa vicenda, raccogliendo segnalazioni, testimonianze e proposte, e invita il Consorzio di Bonifica, i Sindaci del territorio, le associazioni di categoria e i sindacati a prendere una posizione chiara e ad agire con responsabilità. I cittadini del Basso Jonio Cosentino non possono più essere lasciati soli.
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