
■Antonio Loiacono
Cresce il malcontento degli agricoltori calabresi di fronte ai danni provocati dalla fauna selvatica, in particolare cinghiali e lupi, che minacciano le aziende agricole e gli allevamenti già colpiti da altri fattori come la siccità e le epidemie. Nonostante gli incontri con le istituzioni regionali e l’adozione di alcune misure, come i finanziamenti del Programma di sviluppo rurale (Psr) per installazioni di protezioni contro animali selvatici e avversità atmosferiche, molti agricoltori ritengono queste soluzioni insufficienti e difficili da attuare.
Il principale problema evidenziato è che le misure messe in campo dalla Regione, come il bando da 22 milioni di euro, non sono accessibili a tutti. I requisiti restrittivi del bando, che permettono il finanziamento massimo del 70% dei costi, lasciano fuori molte aziende agricole che non possono permettersi il rimanente 30%. Inoltre, le richieste di soluzioni più drastiche, come la caccia tutto l’anno o l’impiego dell’esercito, si scontrano con le normative europee e vengono escluse a priori.
Alla luce di questa situazione, è necessario trovare soluzioni più praticabili che permettano di conciliare la protezione dell’agricoltura e dell’ambiente con il rispetto delle normative europee. Ecco alcune possibili proposte:
-Il primo passo potrebbe essere rendere i criteri di accesso ai finanziamenti meno restrittivi, in modo da coinvolgere un numero maggiore di aziende. Potrebbe essere prevista una soglia di cofinanziamento inferiore per le aziende più piccole o in difficoltà economiche.
-Il bando potrebbe essere ampliato sia in termini di dotazione finanziaria sia nella varietà di strumenti disponibili. Ad esempio, incentivi per l’utilizzo di tecnologie più avanzate come sensori di movimento o sistemi di dissuasione sonora potrebbero essere integrati alle recinzioni.
-Creare piani di gestione condivisi tra agricoltori, enti locali e associazioni di protezione ambientale per monitorare la fauna selvatica e prevenire i danni. Questi piani potrebbero includere progetti pilota di contenimento sostenibile, come aree protette o sistemi di migrazione controllata per i lupi.
-Gli agricoltori potrebbero beneficiare di un sistema di risarcimento dei danni semplificato, che riduca i tempi di attesa e la burocrazia. Questo favorirebbe una gestione più immediata delle perdite causate dagli attacchi della fauna selvatica.
-Avviare campagne di sensibilizzazione per educare la popolazione e i visitatori delle zone rurali sulla fauna selvatica, fornendo suggerimenti su come comportarsi in presenza di animali come i lupi, e sostenere pratiche agricole più sicure.
Il tema della convivenza tra fauna selvatica ed attività agricole è complesso, ma è essenziale trovare un equilibrio che tuteli gli agricoltori senza compromettere la biodiversità. Il coinvolgimento diretto degli agricoltori nella definizione di nuove politiche e la maggiore flessibilità nelle misure di protezione potrebbero rappresentare soluzioni efficaci per alleviare il problema.
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