Donatori di vita e testimoni di valori è stato il tema del convegno che lAVIS Comunale di Cariati ha tenuto, il 9 marzo 2013, nellAula Magna dellI.T.I.S. G. Mazzone di Cariati. Ha iniziato i lavori, il prof. Damiano Montesanto, Presidente dellAVIS di Cariati, il quale ha illustrato il tema oggetto del Convegno Donatori di vita perché, ha detto Montesanto, il sangue è la linfa che dà la vita, testimoni di valori, perché la vita, che si dona attraverso il sangue, sia sempre lì a testimoniarne il valore e la grandezza. Ebbene, ha proseguito Montesanto, non tutti hanno la fortuna di godere di questi valori, perché le vicende quotidiane ci mettono di fronte ai gravi rischi cui è esposta la nostra vita sulle strade, nelle nostre case, negli ospedali, nei luoghi di lavoro, che spesso diventano teatri, tragedie: in questi casi e in tanti altri cè bisogno di sangue, di tanto sangue. LAVIS, ha concluso Montesanto, la cui sigla significa Associazione Nazionale Volontari Italiani del Sangue, ha saputo coniugare nella sua attività aspetti e comportamenti assolutamente contrastanti della vita umana: legoismo e laltruismo, lamore di sé e lamore verso gli altri, senza chiedere chi siano gli altri. Egoismo e Altruismo non si escludono mai, ma si completano fino a diventare una sola cosa, un solo atto, un solo gesto damore vero nella Donazione. Nel suo breve indirizzo di saluto, il Dirigente Scolastico dellITIS, prof. Gerardo Aiello, ha affermato Luomo vive una individualità terrificante che limita i rapporti sociali, per cui soffre la solitudine. Il tema odierno del convegno, ha concluso Aiello, è un antidoto allindividualismo. Gianbattista Romio, Presidente dellAVIS di Corigliano, nel suo intervento ha ribadito che I protagonisti di questa assemblea sono i donatori. LAVIS esiste perché ci sono loro e ritengo, quindi, doveroso rivolgere a loro i miei primi sentimenti di stima, di ringraziamento, per quanto fanno, anche a nome di coloro che, dal loro sangue, hanno avuto la vita e hanno potuto sperimentare che ci sono ancora persone pronte ad andare incontro a quelli meno fortunati e più bisognosi di loro. Il dott. Albamonte, Consigliere Avis di Cosenza, ha portato i saluti del Presidente Provinciale, Avv. Angelo Coscarella, impedito a partecipare allappuntamento odierno. Lintervento di Sua Eccellenza Mons. Santo Marcianò, Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati, ha messo in risalto, in primis, il tema della testimonianza. Questo tema, ha detto lArcivescovo, anzitutto indirizza subito la nostra attenzione allambito della vita personale, delle scelte di ciascuno, di quella espressione di un certo stile di vita che, di per se stesso, diventa fortemente eloquente. Quando pensiamo ai testimoni ci riferiamo a persone che, in certo qual modo, vivono ciò che predicano, scelgono ciò di cui parlano. Persone che, per ciò stesso, diventano veri maestri. La parola testimonianza, però, ha continuato il Presule, ha anche una valenza giuridica: il testimone è colui che, con la sua deposizione può offrire prove che confermino o meno un evento. Se applichiamo questo significato al nostro caso, potremmo dire che i testimoni diventano una prova vivente che quanto viene affermato in termini, ad esempio, di valori è possibile, è vivibile. Il termine testimonianza, infine, assume ancora un altro significato. Come probabilmente sapete, la parola che in greco descrive il testimone è màrthus che significa letteralmente martire. E che cosaltro è il martirio se non il dono della vita? Ecco, allora, che lorizzonte della nostra riflessione si precisa. Oseremmo dire che cè coincidenza tra essere testimoni e essere donatori di vita. I due valori fondamentali, di cui siamo chiamati ad essere testimoni, sono esattamente il valore del dono e il valore della vita. Ma quale dono e quale vita? si è chiesto lArcivescovo. Il valore del dono, ha spiegato, anzitutto, riporta alla nostra attenzione il grande tema della gratuità. Un tema che, se ci pensiamo, mostra tutta la sua attualità nel nostro tempo, nella cultura utilitarista che ci pervade. Chi testimonia che la logica del dono ha ancora spazio nelle scelte e nei cuori degli uomini porge, pur inconsapevolmente, un messaggio o meglio una testimonianza – di valore straordinario. E ciò che è più straordinario è che tale testimonianza si compie in modo realmente ordinario! Mons. Marciano ha, poi concluso il suo dotto e pacato intervento affermando che Essere donatori di sangue e di vita significa, inoltre, essere testimoni di questa verità e di questo valore fondamentale, e significa poter accogliere da Giovanni Paolo II quell«appassionato appello rivolto a tutti e a ciascuno, in nome di Dio: rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità». E seguita la relazione della dott.ssa Maria Teresa Bua, Dirigente Medico del Centro trasfusionale di Rossano, la quale ha saputo indicare, in modo semplice e preciso, gli aspetti tecnici e medici della donazione del sangue. Ha terminato i lavori il Prof. Franco Rizzuti di Crotone, Vicepresidente Regionale AVIS, il quale ha tenuto a evidenziare gli aspetti della donazione, affermando Quale valore, può essere considerato più alto della donazione, sia essa di sangue che, ovviamente di qualunque altra cosa. La nostra donazione, ha proseguito Rizzuti, ricorda molto, in piccolo naturalmente, quella di Nostro Signore Gesù Cristo, non a caso spesso individuato come primo Donatore di Sangue, in quanto seppe offrire, con la sua vita, tutto se stesso. Allimportante incontro erano, pure, presenti diverse associazioni, tra le quali gli Amici del Cuore di Cariati, rappresentati dalla prof. Diamantina Ricciardelli, I Cicloamatori di Cariati, rappresentati da Domenico Torchia, la Confraternita di Misericordia di Scala Coeli, guidata dal parroco don Rocco Grillo, dai parroci di Cristo Re, Don Mosè Cariati e della Madonna delle Grazie, don Angelo Bernardis, dal Comandante la Polizia Municipale di Cariati, Pietro De Luca e da tantissimi donatori, tra cui gli alunni del Liceo Scientifico e dellI.P.S.I.A. di Cariati.
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