Quando l’infarto colpisce nel luogo … sbagliato –

Sullo Jonio, invece, si muore in ambulanzaSalvata da morte sicura grazie alla sua forza d’animo ed al non trascurabile particolare di trovarsi per sua fortuna a pochi chilometri dall’ospedale.E’ successo ad una signora di Trebisacce, L.G., anni 58, che si trova per motivi professionali a risiedere a pochi chilometri da Taranto. La signora, nel corso della notte, ha avvertito forti dolori al petto e ad un braccio che le hanno fatto sospettare un problema cardiaco. Nonostante si trovasse sola in casa, ha avuto la forza d’animo e la prontezza di riflessi di mettersi alla guida dell’auto e di recarsi presso la guardia medica del luogo, dove il medico di turno le ha subito confermato una emergenza cardiologica in atto ed ha fatto arrivare in pochi minuti sul posto l’ambulanza del 118 che ha condotto la signora presso la casa di cura “VillaVerde” di Taranto attrezzata di reparto di cardiologia. Giunta nella clinica nel giro di un quarto d’ora, la signora è stata subito presa in cura dai sanitari che, dopo gli accertamenti del caso, le hanno diagnosticato un infarto acuto del miocardio. L’hanno quindi trattata con le metodiche previste dal protocollo sanitario in questi casi, sottoponendola, tra l’altro, a defibrillare per ben sette volte il muscolo cardiaco. Nel frattempo è stata predisposta la sala operatoria nella quale L.G. è stata sottoposta ad un intervento di angioplastica per dilatare il vaso sanguigno colpito da stenosi. Oggi la signora trebisaccese è ancora degente nella clinica ma è fuori pericolo e può raccontare la propria disavventura, finita bene per merito suo, dei medici che l’hanno soccorsa e sottoposta alle cure del caso, ma è viva sicuramente perché si trovava a pochi chilometri da Taranto che, per la cronaca, pur essendo una città del nostro profondo sud, dispone di una quindicina tra ospedali e case di cura pubbliche e private. E troppo facile e perfino superfluo immaginare cosa sarebbe successo se la stessa emergenza si fosse verificata a Trebisacce o, cosa ancora più grave, in uno dei 15 comuni interni dell’alto Jonio. E soprattutto se l’emergenza si fosse verificata nel corso della notte perché, come è noto, il soccorso con eliambulanza durante le ore notturne è sospeso e, arrivare da uno dei paesi interni dell’alto Jonio fino a Cosenza o a Catanzaro, significa morire in ambulanza. Come purtroppo è già successo alla signora Francesca Rossi di Trebisacce deceduta in ambulanza per la stessa causa dopo circa un’ora dal verificarsi dei primi sintomi dell’infarto. I suoi familiari hanno pensato bene di denunciare per “omicidio colposo e interruzione di pubblico servizio” chi ha chiuso l’Utic di Trebisacce, ma nessuno potrà restituire la loro congiunta alla famiglia. Diventa quindi sempre più urgente realizzare al più presto il nuovo ospedale della Sibaritide previsto ad Insiti, zona baricentrica situata nel territorio di Corigliano, peraltro molto prossima alla superstrada jonica. Pino La Rocca

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