La riunione sull’emergenza rifiuti indetta questa mattina dal sindaco Filippo Giovanni Sero presso Palazzo Venneri, è stata, tanto per sintetizzare, un aborto.

La riunione sull’emergenza rifiuti indetta questa mattina dal sindaco Filippo Giovanni Sero presso Palazzo Venneri, ed aperta a tutti i partiti politici (anche quelli non presenti in consiglio comunale), alle associazioni ed ai cittadini, tranne, ovviamente, ai giornalisti, è stata, tanto per sintetizzare, un aborto. Le intenzioni, da ciò che possiamo dedurre secondo quanto riportato da chi a quel raduno c’era, erano nobili, ma il primo cittadino e la sua giunta sono caduti sui “fondamentali” della spazzatura, peraltro senza nemmeno sporcarsi. Intanto c’era da discutere sull’avvio della raccolta differenziata, mentre la città è ancora invasa dalla monnezza, e sul piano della sua attivazione. Le minoranze hanno preteso di conoscere la “spesa” che una programmazione del genere esige, atteso che sul sistema da adottare nessuno si oppone. L’arrampicata sugli specchi del sindaco non sembra aver convinto nessuno: prima c’è da risolvere l’emergenza e, subito dopo, previa dettagliata richiesta di collaborazione, ed informazione ai cittadini, avviare una raccolta nuova e, quel che più conta, rispettosa dell’ambiente e della salute pubblica. Insomma, gira che ti rigira, s’inciampa sempre nella maledetta questione dei quattrini: che non ci sono. E se ci sono esistono solo nei vagheggiamenti onirici del governo locale il quale, qualche settimana fa, si era inventata un escamotage platealmente “contra leges” In effetti, il sindaco Filippo Giovanni Sero aveva disposto, con l’ordinanza numero 11 del 18 aprile scorso, che i rifiuti giacenti nel territorio (l’ufficio tecnico comunale li stimava allora, per difetto, in 500 tonnellate) fossero “rimossi e collocati provvisoriamente e temporaneamente all’interno dell’area recintata dell’ex discarica cittadina sita in contrada Varco, in condizioni di perfetta garanzia in ordine all’eventuale rilascio di percolato o di qualsiasi altro residuo inquinante”. Il provvedimento, un ossimoro che richiedeva l’acquisizione di pareri da parte di organi superiori (leggasi, fra l’altro, Ministero dell’ambiente) i quali, ovviamente, lo hanno respinto, si è rivelato un boomerang, atteso che adesso la città è davvero in ginocchio. Sicché l’adunata, ed era prevedibile, ha prodotto il nulla, e tra l’imbarazzo del sindaco ed i silenzi degli assessori, si è deciso di ridiscutere la materia nel prossimo consiglio comunale di lunedì, 13 maggio.

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