l’assemblea civica, convocata per oggi pomeriggio, slitta a domani a causa della mancanza di numero legale.

Come era nelle previsioni, il vezzo di svolgere i consigli comunali in seconda convocazione è diventato la norma. E così l’assemblea civica, convocata per oggi pomeriggio, slitta a domani a causa della mancanza di numero legale. Lo Statuto, difatti, prevede che le sedute sono valide quando vi intervengono almeno otto consiglieri, ma nella seconda convocazione ne sono sufficienti sei. La maggioranza, tra assenti cronici e membri nauseati che hanno preferito farsi da parte, conta appena 6 consiglieri, sicché il benedetto quorum non si raggiunge mai alla prima adunanza. Ieri si erano presentati solo tre consiglieri di opposizione (Critelli, Salvati e Sero) che hanno invano atteso il resto della truppa, sicché la segretaria comunale non ha potuto altro che constatare l’ennesima defaillance e rimandare tutto al 15 maggio. Caustico Tommaso Critelli: “Prendo atto delle gravissime omissioni del presidente del consiglio Cataldo Minò che, essendo per definizione, ma solo per definizione, super partes, avrebbe potuto onorarci della sua presenza. Siamo dinanzi ad una incredibile mancanza di rispetto nei confronti del massimo organo politico della comunità, espressione di una volontà popolare schiacciato dall’arroganza e dalla prepotenza dei colleghi di maggioranza”. Si sarebbe dovuto discutere del rendiconto 2012, argomento per il quale, tuttavia, la legge prevede si esaurisca entro il 30 aprile di ogni anno. Ma nel “paese delle meraviglie” non è stato così, tanto che la mancata convocazione dell’assemblea entro i termini prescritti, aveva scatenato una burrasca politica. Il consigliere Francesco Cosentino, sulla clamorosa svista aveva rivolto al sindaco un’interrogazione, specificando che la circostanza avrebbe attivato la procedura, da parte del Prefetto, dello scioglimento del consiglio comunale e pregiudicato “irrimediabilmente il percorso del pre – dissesto varato dal consiglio comunale”. Immediata la risposta, attraverso una video intervista diffusa dal web, del presidente del consiglio Minò (tocca a lui convocare il consiglio comunale) il quale, in un esercizio rocambolesco di alta acrobazia linguistica e giuridica, aveva sciorinato una serie di motivazioni di altissimo profilo, tutte tese a dimostrare la liceità della scelta di non tenere il consiglio entro il 30 aprile. Ma il buon Minò, che in un primo tempo si era contentato dell’effetto che le sue dichiarazioni avevano prodotto su se stesso, è stato, proprio ieri mattina, smentito dal Prefetto Cannizzaro il quale ha fatto pervenire al sindaco Filippo Giovanni Sero una diffida (la n. 19281/2013/Area II/ Enti locali) proprio in ordine alla “mancata adozione del provvedimento di approvazione del rendiconto 2012”. Il Prefetto di Cosenza “assegna il termine di venti giorni dalla notifica della presente per provvedere all’approvazione del rendiconto di gestione, In mancanza, lo scrivente si sostituirà a codesta amministrazione, dando altresì avvio alla procedura” dello scioglimento del consiglio comunale”. Insomma, tanto tuonò che piovve. Chi devono ringraziare i cittadini se Cariati affonda nello splendido Jonio ogni giorno di più?

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