
I morti non sono nemici da seppellire il più profondamente possibile; cè, verso di loro, una paura inconscia delloccidente, quella paura che ci degrada e che crea grandi problemi fra gli uomini. Invece i morti devono vivere attraverso la memoria, in un rapporto più affettivo, amicale. Un rapporto, che, quindi, andrebbe rivisto. Con queste parole, una delle maggiori scrittrici contemporanee, Dacia Maraini, ha espresso lidea alla base di La grande festa, il suo ultimo libro, edito da Rizzoli. Il volume è stato presentato nei giorni scorsi presso la sala consiliare Daniel Varujan di Piana di Cerchiara, durante una conversazione con la scrittrice calabrese Assunta Scorpiniti, in cui sono stati toccati i temi portanti di una narrazione molto intensa e intima, rivelatrice di un sentimento della vita e, soprattutto, di una forte sensibilità rispetto alla morte. Questa dimensione così difficile da comprendere, è descritta dalla Maraini attraverso racconti, citazioni, sogni e ricordi vivissimi di persone amate, come il padre Fosco, la sorella Yuki, il compagno Giuseppe Moretti e grandi intellettuali come Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. Il dialogo è anche servito a far emergere episodi, esperienze di vita,argomenti, della vasta produzione dellautrice di La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990), Bagheria (1993), Il treno dellultima notte (2008) e di tanti altri romanzi, racconti, saggi, raccolte di scritti e poesie, testi teatrali, articoli giornalistici. Particolare rilievo è stato dato al suo impegno contro le mafie e in difesa dei diritti civili: Lintera sua vita è un romanzo ha commentato Assunta Scorpiniti e la sua figura è un riferimento per noi donne di Calabria impegnate per la nostra terra con lo strumento della scrittura e il lavoro intellettuale. Per Dacia Maraini si è trattato di un ritorno nel centro del Pollino, in un percorso che ha toccato molte tappe del territorio regionale; vi era già stata, infatti, nel 2009, per la presentazione di Passi affrettati, lopera teatrale sul tema, a lei assai caro, della violenza sulle donne. Con entusiasmo, ha accettato il nuovo invito del sindaco, Antonio Carlomagno, di partecipare a La Grande Festa con Dacia, una serie di eventi a lei dedicati, promossi dallAssessorato comunale alla cultura, che il sindaco Carlomagno ha definito unopera civica al servizio della comunità e del territorio, inserendoli nel quadro di un vasto impegno di promozione dellintera Sibaritide. Lincontro è stato seguito da un pubblico numeroso e attento; tra i presenti, molti studenti delle scuole di Cerchiara e del liceo scientifico di Trebisacce che hanno rivolto domande a Dacia Maraini sullultimo libro e sulla sua attività di scrittrice, iniziata nel 1962 con il romanzo La vacanza, che lha fatta conoscere ed ha suscitato lattenzione di Moravia, legato alla Maraini da un lungo sodalizio sentimentale e intellettuale.. Nel pomeriggio, nel centro storico di Cerchiara, Dacia Maraini ha fatto da madrina allintitolazione di una piazza a Pier Paolo Pasolini, al quale è stata legata da fortissima amicizia e di cui ha offerto un commosso ricordo. Levento, coordinato da Lorena Martufi, ha previsto letture da parte di alcuni studenti e un reading di versi del poeta-regista friulano a cura di Minella Bloise. In serata, nella chiesa di S. Antonio, è andata in scena lopera teatrale I digiuni di Santa Catarina scritta e diretta dalla stessa Maraini e magistralmente interpretata da Gianluigi Pizzetti e Barbara Amodio. di Franco Vallone
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