Il caso della cittadina romena uccisa lo scorso aprile a Rossano, il cui cadavere è stato rinvenuto avvolto in un sacco, come si ricorderà ha fatto tanto parlare i media italiani ed esteri. Il suo corpo, però, si trova ancora presso lobitorio di Rossano in quanto la famiglia della vittima non ha le possibilità economiche per trasportare la salma e dare, quindi, alla giovane ragazza una degna sepoltura. Venuto a conoscenza della situazione, l’ufficio per i migranti della diocesi di Rossano-Cariati si è subito adoperato al fine di venire incontro allesigenza della famiglia stessa. Attraverso la Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, è stato messo a disposizione un contributo economico per il rimpatrio della salma nel paese di origine. Il direttore dellUfficio Diocesano Migrantes, Giovanni Fortino, ha dichiarato: è un segno, questo, dellattenzione della chiesa rossanese e del vescovo Mons. Santo Marcianò verso un bisogno che va nel senso del rispetto della dignità di ogni persona umana, la quale ha diritto di essere rispettata anche dopo la morte. Per alcuni stranieri ha aggiunto Raffaele Iaria dellUfficio Stampa della Fondazione Migrantes Cei – la tumulazione in patria conserva una grande importanza, rappresentando un ritorno simbolico nella terra degli avi e delle proprie tradizioni, anche se questo desiderio e? fonte per i familiari di notevoli complessita?. Ed è proprio per questo che la Migrantes ha costituito un fondo di aiuto per il rimpatrio salme. La morte improvvisa o per violenza di alcuni stranieri che sono soli in Italia pone il problema dellinformazione delle famiglie dorigine e spesso dellaiuto, soprattutto per quanti compiono lavori occasionali o che hanno difficoltà economiche, sia per il rimpatrio delle salme che per una eventuale sepoltura in Italia. Il direttore dellU.C.S. Antonio Capano
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