Terravecchia: comunità che si tiene forte!

perché la Regione Calabria non decida di riaprire un nosocomio, quello localizzato nella vicina Cariati

Stamattina ho scambiato una telefonata sincera, come faccio abitualmente negli ultimi tempi, con l’amico Sindaco, Mauro Santoro. Il Comune è Terravecchia una minuscola comunità di poco meno di 700 residenti, ma abitato da poco meno di 300 persone per lo più anziani. 

Una terra fortemente caratterizzata dallo spopolamento che continua a segnare un territorio che non offre nulla sul piano delle opportunità di lavoro e dei servizi primari. Il borgo antico, davvero una incantevole bomboniera, si erge su una collina di circa 400 metri d’altezza e dalla bellissima terrazza della piazza principale si ammira un panorama mozzafiato sulla lunga costa dove batte un mare splendido e azzurrissimo. 

Scopo della mia chiacchierata è tenermi informato se tutto procede senza grossi allarmismi, riguardo la salute dei cittadini. Del resto, i Sindaci, in particolare modo quelli a capo dei piccoli comuni, sono l’unico punto di riferimento della popolazione, in termini di rassicurazioni e rispetto ai tanti problemi che debbono affrontare nel loro quotidiano. 

Ebbene raccolgo nelle sue telefonate sempre più forte un grido di dolore sul piano della stanchezza, ma specialmente sull’amarezza, letteralmente parlando, di “essere stati abbandonati” dal Governo. Nessuno che rivolge una parola di conforto a tutti quei Primi cittadini che con una macchina comunale ridotta ai minimi termini, provano a tamponare enormi buchi sul piano della filiera degli aiuti. 

Ricordiamo che nel profondo Sud, e in particolare nelle aree dell’osso: la qualità dei servizi pubblici è pessima. Di conseguenza, in tempi di COVID-19 tutto ciò si fa sentire tragicamente sul piano della sanità pubblica, e anche di tanti altri settori. Ciò si trasforma in autentico terrore e preoccupazione per il dilagare della pandemia che vede i Sindaci, come l’amico Mauro, combattere da soli, unitamente alle loro comunità, pur di resistere. 

La frattura tra le due parti d’Italia rischia di diventare ancora più spaventosamente profonda, se no si dovesse intervenire prima di subito. Il sentiero, insomma, è stretto e tortuoso. 

Non si comprende per niente, ad esempio, perché la Regione Calabria non decida di riaprire un nosocomio, quello localizzato nella vicina Cariati, che potrebbe servire in questa drammatica emergenza la popolazione di moltissimi comuni del cosentino, come quello di Terravecchia. 

Su questo dilemma qualcuno un giorno dovrà pure rispondere, prendendosi le proprie responsabilità. Peccato che i politici calabresi continuino a fare orecchie di mercante, su questo che è un problema serissimo. 

Nicola Campoli

Napoli 

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