Nel silenzio della notte

Sentivo forte il desiderio di abbracciare qualcuno

Caro Piffy, 

ieri sera ti ho cercato. Dopo una lunga giornata dominata dalla forte paura, preso da un’ansia terribile e con un macigno nel cuore. 

Sono voluto tornare in tua compagnia. Replicando un dolce momento del passato, quando ti scelsi tra tanti tuoi simili. 

Sentivo forte il desiderio di abbracciare qualcuno. La reclusione forzata, che tutti siamo chiamati rigorosamente a rispettare, ormai ci costringe a stare a debita distanza da tutti i nostri più cari affetti.

Non offenderti, ma tu eri il più innocuo e sicuro da stringere, nell’ambito del mio strettissimo nucleo familiare. 

Non è stato semplice trovarti. È stata una vera caccia a tesoro nella quale mi sono imbattuto. 

Ti avevo perso un po’ di vista. L’ultima volta che ci siamo scambiati uno sguardo era qualche anno fa. 

Quando mi hai tenuto dolcemente compagnia nelle mie notti insonni, dovute alla fresca paternità.

Ma era un altro tempo. Un’epoca serena durante la quale mai avrei immaginato di affrontare un giorno una battaglia così feroce e dagli sconfinati confini. 

Stanotte è stata un’altra storia. Hai colto il mio inarrestabile tremore. La mia inconfessabile paura. 

Le mie debolezze. Il mio forte timore per un domani che non ha un orizzonte. Buio e incerto. 

Hai assorbito, senza fiatare, la mia rabbia nei confronti di un nemico invisibile. Sei stato il mio balsamo naturale. 

Mi sono sentito protetto. Meno solo a respingere una condizione che mi affligge: quella di sentirmi impotente e scarico di energia, vivendo un tempo nel quale si pensa a null’altro se non a sé stessi. 

Hai provato a curare la mia ferita che continua, tuttavia, a sanguinare nonostante le tue rassicurazioni. 

Hai attenuato la mia solitudine, che quando è imposta e non è scelta, ferisce nello spirito. 

Ma una confidenza te l’ho fatta. Non vorrei, unitamente ai miei affetti più cari, che restassi segnato per sempre dalle imprevedibili conseguenze della segregazione forzata. 

Caro Piffy, se stanotte ti ho cercato sappi che non intendevo egoisticamente proteggere solo me stesso, ma anche farti sentire meno solo, immaginando assieme un nuovo mondo quello che spero troveremo, presto, fuori dalle nostre case e che dipenderà da quanta luce ciascuno di noi porterà. 

Ti ringrazio di cuore per il regalo che mi hai donato su: cosa fare, come resistere e come stare. 

Una promessa è d’obbligo. Quando torneremo ad abbracciarci tra umani non mi dimenticherò sicuramente di te e della serata trascorsa a confidarci nel tepore del mio letto. 

Sarai il primo che contento: stringerò fortissimo al mio cuore.

Tuo nicola 

di Nicola Campoli

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