Nave Diciotti: quegli strani silenzi.

Lo scontro sulla vicenda della nave Diciotti è stato durissimo e senza quartiere: da un lato i duri dell’anti immigrazione, quelli che “tutti gli immigrati sono clandestini”, “tutti gli immigrati sono stupratori”, “tutti gli immigrati sono ladri”, “il comandante della nave è un comunista”, eccetera; dall’altro quelli che rispondevano che il soccorso in mare è una questione di civiltà, che la nave è comunque territorio italiano e quindi una volta imbarcati i migranti erano, de iure e de facto, in Italia; che prima di definirli “clandestini” bisognerebbe almeno identificarli; e poi le accuse e controaccuse all’Europa, e le minacce che qualcuno ha chiamato ricatti: durante questa triste vicenda ne abbiamo viste e sentite tante, da tanti megafoni e da tanti pulpiti.

A sorprendere è che alcune voci, invece, sono state flebilissime e altre addirittura mute.

A gestire (o rovinare, è una questione di punti di vista) i rapporti con l’Europa, per esempio, sono stati due ministri, quello dell’Interno e quello del Lavoro: non il ministro degli Esteri, né il ministro per i Rapporti con la Comunità e nemmeno il primo ministro, o meglio il presidente del Consiglio (mai dimenticare che il “primo ministro”; in Italia, semplicemente non esiste). Giuseppe Conte, non è effettivamente una novità, ha brillato per la sua assenza; e mentre Salvini agitava le folle, si è limitato a qualche sporadica affermazione generica e di poco costrutto.

Ancor più fragoroso, tuttavia, è il silenzio di certi rappresentanti della Sinistra che, in base della loro collocazione politica, avrebbero invece dovuto far fuoco e fiamme: nessuno, per quanto mi risulta, ha sentito la voce o letto un comunicato di Massimo D’Alema o di Pierluigi Bersani; e anche Stefano Fassina e Guglielmo Epifani, per non parlare di Fausto Bertinotti, correggetemi se sbaglio, risultano non pervenuti.

Che ne è di loro? Altri, come Pietro Grasso e Laura Boldrini, la loro voce l’hanno fatta sentire, ribadendo i loro principî e i loro valori e stigmatizzando l’operato del governo. Come mai questi signori, invece, tacciono in modo così clamoroso? Non è sui valori, in primo luogo, che si fonda il loro fare politica? Cosa li ha indotti al silenzio: la distrazione? Sarebbe inaudito; l’indifferenza? Sarebbe imperdonabile. La convenienza? Sarebbe vergognoso.

Coraggio, signori: è facile alzare la voce quando si hanno, o si crede di avere, le folle a sostenere le proprie idee. È quando si è in pochi che si dimostra quanto, a quelle idee, ci si crede davvero. Dunque fatevi sentire: se non ora, quando?

Giuseppe Riccardo Festa

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