LA VIOLENZA DEGLI INTEGRALISTI NON E’ SOLO MUSULMANA

Il suo funerale si è tenuto ieri ma io voglio parlarne oggi, nella giornata mondiale di lotta contro la violenza sulle donne.

Sulla nobiltà e la statura morale e spirituale di Valeria Solesin è superfluo spendere altre parole, dopo quelle nobilissime dei suoi genitori e soprattutto alla luce dell’esempio che ha dato a noi tutti durante la sua troppo breve vita, spenta per mano dei fanatici e disumani carnefici armati dall’ISIS.

Ne parlo oggi perché Valeria ha subito un’ulteriore violenza da parte di altri carnefici, stavolta italiani, che invece del kalashnikov usano la penna; ma non per questo sono meno fanatici e disumani e soprattutto ottusi.

Il rito, lo sappiamo tutti, è stato laico; ciò è bastato a Camillo Langone, su Il Foglio, per scatenare un’insensata e velenosa requisitoria nella quale il funerale è definito ateo e si stigmatizza la disponibilità dei congiunti di Valeria ad accogliere i seguaci di ogni credo religioso.

Langone dunque, nel nome della sua fede cattolica, annuncia la sua assenza, perché vuole salvarsi l’anima. Poco importa che accanto ai genitori di Valeria sedesse il vescovo di Venezia fianco a fianco con l’imam locale: secondo Langone tutti i musulmani sono complici degli assassini, lo dice testualmente. Cito:

“Leggo in un comunicato che la cerimonia è aperta alle donne e agli uomini di ogni credo. Pertanto pure alle donne e agli uomini che credono nello stesso Corano in cui credevano gli assassini di Valeria”.

Insomma, secondo questo fanatico integralista cattolico se sei musulmano sei necessariamente un terrorista a meno che, continua, tu non creda nel Corano solo parzialmente: se ci credi davvero, insiste, sei necessariamente un fanatico.

E allora vorrei chiedere a Langone cosa pensa di queste frasi:

Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua.

Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; e chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me.

Sono frasi del Corano? No: sono frasi del Vangelo di Matteo, capitolo 10, versetti 34-37. Questa invece è di Luca, capitolo 22, versetto 36:

L’ora è venuta, chi non ha una spada venda il mantello e ne compri una.

Torniamo a sentire la voce di Matteo, stesso capitolo, versetto 14:

Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.

Insomma Gesù, stando a questi versetti dei Vangeli, è un guerrafondaio e un intollerante mica male. E non dimentichiamo, ancora, che tratta i Farisei da ipocriti e sepolcri imbiancati, minaccia da tutte le parti pianto e stridor di denti e che con la madre è sempre gelido, quando non sgarbato.

Mi si dirà che dei vangeli faccio una lettura faziosa, che ne estrapolo ad arte certi versetti stravolgendone il significato. Beh, in parte è vero. Ma il musulmano medio ha il diritto di sbattere in faccia questi versetti al Langone di turno quando si sente dire che la sua è una religione violenta e intollerante.

La realtà è che, accanto a inviti all’amore e alla convivenza, di violenza e intolleranza se ne trovano in tutte le religioni e nei relativi testi sacri perché essi sono prodotti della mente umana, che è piena di contraddizioni e di antichi retaggi; solo la civiltà può sconfiggerne i lati oscuri.

Ma Langone non conosce neanche la differenza di significato fra civile e ateo: secondo lui il suo credo deve essere imposto a tutti, che lo condividano o meno, e soprattutto bisogna escludere chi non lo condivide. Così, nel giorno del suo funerale, ha esercitato su Valeria Solesin una forma di violenza volgare, meschina e bigotta, e sui suoi genitori un’aggressione incivile e intollerante.

Non è così che si difendono i valori del nostro mondo, e Valeria lo sapeva, come lo sanno i suoi genitori. Fortuna che, oltre ai Langone e a quelli come lui ci sono, in Italia e nel mondo, anche persone come loro.

Giuseppe Riccardo Festa

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