La gratitudine: bravo Lukaku!

Non è stato solo un atto di cortese gentilezza, ma qualcosa di più pregante e significativo

Il gesto del calciatore interista Romelu Lukaku che ha lanciato il pallone al giovanissimo compagno di squadra Sebastiano Esposito, durante l’incontro di campionato di serie A a San Siro, invitandolo a calciare il rigore al suo posto, segna una circostanza positiva che va oltre il mondo del calcio.

Non è stato solo un atto di cortese gentilezza, ma qualcosa di più pregante e significativo.

Le ragioni non sono, infatti, da ricercare in una risposta del centrocampista belga di origine africana ai tanti cori razzisti, volendo mostrare cogliendo l’occasione: la sua bontà d’animo.

Insomma, il regalo plateale di Lukaku, affinché il calciatore campano potesse entrare nella storia neroazzurra, non interessa a nessuno, a maggiore ragione agli stupidi che continueranno imperterriti a bandire cori discriminatori sui campi di calcio.

Dunque, dietro al gesto di Lukaku, primo rigorista, c’è il più vecchio dei significati.

Cioè quello in cui il più anziano d’età dà fiducia al più giovane. Un passaggio di testimone di grande qualità.

Quest’ultimo accetta, in questo caso il diciassettenne calciatore, inorgoglito la sfida, riconoscendo l’immenso valore e ricambiando con il sentimento di gratitudine, sempre meno presente nei rapporti tra le persone.

Certo dietro a tutto ciò c’è sempre tanta umanità che nell’attuale società non fa mai male di alimentare e che mai si può considerarla una debolezza in chi ma mostra nei confronti del prossimo.

Nicola Campoli

Napoli

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