LA CALABRIA DEL “GUSTO” SI INCONTRA A CARIATI

CARIATI – La Calabria del “gusto” si incontra a Cariati, alle Fattorie IGreco, azienda leader, in campo internazionale, nella produzione biologica di olio extravergine di oliva di altissima qualità. C’è il ghota della ristorazione regionale, i migliori gourmet di casa nostra al primo di una serie di appuntamenti (IGreco Day) che percorrerà tutta la filiera produttiva del “mangiare bene” in salsa calabrese. Il simposio, nel corso del quale si “assaggiano” i vini dell’azienda, una sfida aperta da qualche anno contro i “colossi” del bere d’eccellenza, è tenuto a battesimo dai più grandi enogastronomi del Paese: Daniele Cernilli, direttore del “Gambero Rosso”; Riccardo Cotarella, probabilmente il “re” dell’enologia mondiale; il valdostano Franco Vai, patron del famoso “Cavallo bianco”, il primo ristorante italiano ad ottenere le stelle della guida Michelin; Sarino Branda, di Confindustria; Gennaro Convertini e Cristiana Gandini. Il tema è intrigante: “Vuotare le cantine, riempire i ristoranti”. Gandini afferma, senza preclusioni di maniera, che “Chi ama la Calabria non la evita”, e Brandi conferma la necessità di “fare sistema”. Per Vai la nostra regione ha molte analogia con la Val d’Aosta: “Territori chiusi che hanno saputo conservare sapori e tradizioni pressoché intatti. Valorizzarli armonicamente significa crescere. La strada non è semplice, ma ci si può provare con umiltà e determinazione”. Cernilli, gran conoscitore della Calabria “da mangiare”, ricorda i fantastici prodotti della nostra terra: “Formaggi, verdure, pane e, da ultimo, vini di pura eccellenza, possono rappresentare un volano di straordinario impulso. La Calabria, che non ha mai seguito certe mode gastronomiche, può sviluppare, come dimostra l’esperienza de IGreco, una maestosità senza eguali. Ma c’è bisogno di infrastrutture che non dipendono dai produttori, ma appartengono a certe scelte puramente politiche”. Il riferimento è alle vie di comunicazione: “Non è pensabile che chi voglia raggiungere la Calabria debba per forza sottoporsi ad una vera e propria odissea. Come succede in ogni parte del mondo, ognuno deve essere in grado di raggiungere le mete che preferisce nel tempo più breve possibile. Altrimenti si rischia di nascondere quelle delizie del palato che rendono unica la Calabria”. Riccardo Cotarella, consulente de IGreco, rammenta che proprio dalle nostre parti nasce la civiltà del vino: “Dal vitigno più antico del pianeta (il gaglioppo) si sviluppa la cultura enologica mondiale. Esportare certi sapori è il compito delle aziende illuminate del settore che tendono alla migliore qualità: ci stanno riuscendo i sette giovani fratelli Greco. Una scommessa che sta dando i suoi frutti importanti, perché qui la natura è sempre in primo piano e la memoria rappresenta la colonna sonora di una Calabria operosa e diligente, fuori dai luoghi comuni”. Cotarella, consulente di ben 49 aziende, di cui 7 all’estero, vive per il vino di cui adora “l’imprevedibilità”. Pioniere della cultura enologica, dopo essersi fatto le ossa nell’orvietano, avere sperimentato tecniche in due Chateau di Bordeaux e conquistato gli Stati Uniti d’America, ha creduto nella “inesplorata” Calabria: “Mi piace lavorare nelle zone non famose dove c’è ancora da sperimentare e studiare. E’ inoltre importante che lo studio per l’impianto dei vitigni venga elaborato in funzione delle peculiarità di quella zona”. Ed un territorio che va riscoperto è, secondo la sua autorevole opinione, proprio il Basso Jonio cosentino dei fratelli Greco. Nella splendida cornice delle Fattorie cariatesi, Cotarella ha proposto, in anteprima mondiale, l’assaggio del primo spumante rosato a base di gaglioppo: sontuoso nettare degli dei. Insomma, come dimostra l’esperienza de IGreco, si può e si deve crescere in una terra la quale, dice Dante nel XXV canto del Purgatorio, “Guarda il calor del sol che si fa vino giunto all’umor che dalla vite cola”. La vera Calabria è questa.

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