Il futuro della Calabria passa dell’agricoltura

Il futuro della Calabria passa dell’agricoltura. Ma occorre raccogliere la sfida dell’innovazione e il coraggio di produrre le eccellenze che il mondo ci invidia“. Così Nicodemo Oliverio e Franco Laratta al convegno regionale su “Agricoltura e Sud” per iniziativa della Facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria.
Presenti:
Pasquale Catanonso, Magnifico Rettore Università Mediterranea;
Nicola Irto, Presidente del Consiglio Regionale la Calabria;
Michele Mercuri, Presidente gruppo studentesco Ares
Nicodemo Oliverio, Capogruppo PD Commissione Agricoltura alla Camera
Franco Laratta, sub-commissario di ISMEA, SGFA e ISA Spa;
Giuseppe Zimbalatti, Direttore Dipartimento di Agraria Università Mediterranea
Ha moderato Salvatore Di Fazio, Delegato ai servizi della biblioteca del Dipartimento di Agraria Università Mediterranea
Da tutti gli interventi al confronto è emersa netta la consapevolezza che la Calabria si gioca tutto con il nuovo PSR della Regione, che sprigionerà risorse per oltre un miliardo di euro per i prossimi 5 anni.
Da tutti la richiesta di fare bene e presto nelle scelte di politica economica nel campo agroalimentare .
Il plauso all’iniziativa da parte del Rettore Catanoso e del prof Zimbalatti che hanno sottolineato la straordinaria importanza del settore per la ripresa economica del paese.
Il rappresentante degli studenti “Ares” della facoltà di agraria, Michele Mercuri, ha espresso la grande attenzione dei giovani verso l’agricoltura, che rappresenta il vero Made in ITALY.
Mentre il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha parlato dello spirito di profonda innovazione che ispira le scelte della regione.
Il prof Di Fazio ha voluto sottolineare l’importanza del volume ‘Il cuore e la terra’ di Oliverio e Laratta, proprio nel racconto di un’agricoltura di pregio che esiste in Calabria e che produce ottime eccellenze agroalimentari.
Concludendo il convegno, LARATTA e OLIVERIO hanno invitato i giovani calabresi a credere nei valori della terra. Perché l’agricoltura è prima di tutto cultura.
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