Un dolore immenso per la tragedia del Pollino. Genova = Pollino

Non dimentichiamo gli amici e amiche del Parco del Pollino

Raganello

Un dolore immenso ha colpito, ieri pomeriggio, il Parco del Pollino a confine tra la Calabria e la Basilicata. Un muro d’acqua, misto a fango, si é abbattuto improvvisamente su molti turisti in gita alle Gole del torrente Raganello.

La gita all’area é da più di dieci anni l’attrazione principale per chi attraversa questi luoghi, in particolare durante la stagione estiva. Affascinante e suggestiva é la visita a partire dal Comune di Civita, splendido borgo nel versante calabrese del Parco del Pollino.

Si cammina sovrastati da rocce altissime sino a 600 metri d’altezza, che cadono a picco sul fiume. Risalendo verso Nord, in direzione della fonte, la camminata diventa quasi una scalata accessibile ai soli esperti escursionisti.

Purtroppo è lungo il letto del torrente Raganello che hanno trovato la morte tante persone, ignare del pericolo che correvano. La tragedia mostra luoghi tuttavia vergini e inesplorati dove la modernità, per fortuna, ancora non é arrivata.

Siamo in quell’Italia minore ricca di bellezze naturali e paesaggistiche, fuori dagli itinerari turistici di massa. Dobbiamo fare l’impossibile, superato il grande dolore, che il nome del Parco del Pollino non si associ in futuro esclusivamente alla tragica vicenda.

Ciò decreterebbe l’abbandono definitivo della zona con l’aggravante dell’ulteriore spopolamento. Di sicuro, però, gli accessi all’area andranno regolamentati sulla base della normativa specifica sulla sicurezza dei luoghi frequentati dal pubblico, senza alcuna flessibilità e arbitrarietà.

L’appello che mi sento di rivolgere é che l’area non andrà dimenticata, così come i tanti piccoli Comuni del circondario che avevano intrapreso coraggiosamente ed in proprio, sfruttando le bellezze paesaggistiche e naturalistiche, una proficua iniziale attività di accoglienza turistica che aiuta l’economia dei luoghi.

C’è piuttosto da sostenere umanamente gli abitanti dell’area in questi giorni di forte dolore colpite nei loro affetti più cari, così come le famiglie degli incolpevoli deceduti. Superato il dramma bisognerà costruire un progetto turistico strutturato che forse per il passato ha visto un coinvolgimento esclusivamente delle forze locali, basato troppo sulla spontaneità e improvvisazione.

Ovvero un tentativo generoso di turismo sostenibile, finalizzato alla conoscenza di un profondo spaccato del Sud Italia che non ha nulla da invidiare a tante altre aree del Nord Italia.

Dopo che si saranno spenti i riflettori sulla nuova triste vicenda, che ha colpito la nostra penisola in agosto, così come per la Città di Genova non dimentichiamo gli amici e amiche del Parco del Pollino, che li aiuta a sopravvivere, in un territorio un po’ troppo abbandonato a se stesso e che merita tutt’altra attenzione e vicinanza!

Nicola Campoli

ps: l’immagine ritrae la mano della piccola Chiara, otto anni, abbracciata infreddolita al suo soccorritore e pronta a volare via in eliambulanza verso l’ospedale Cardarelli di Napoli

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