Francesca e la Grecia (dedicato a chi non ha fiducia nei nostri giovani)

Francesca ha appena compiuto diciotto anni. È piemontese, come la sua mamma, ma suo padre è milanese figlio di pugliesi. Ama i libri ma anche vivere all’aria aperta, è “guida” delle Scout-girls. È timida ma orgogliosa, graziosa ma non ci bada troppo, sensibile ma ironica, studiosa ma ha le sue fasi di ribellione. Francesca, insomma, è una tipica ragazza italiana, una ragazza italiana del nostro tempo, che in più ha un immenso talento per la scrittura. Ha creato il bellissimo testo che segue dopo una gita scolastica in Grecia: non per la scuola ma perché ne ha sentito il bisogno, e mi ha chiesto cosa ne penso perché mi onora del suo affetto e della sua fiducia. Io ho pensato di condividere con i miei lettori l’emozione e il piacere di questa lettura, e l’iniezione di ottimismo che essa mi ha dato. Perché Francesca è una delle nostre giovani, e so di poter dire che grazie a lei e ai giovani come lei, nonostante i tempi cupi che viviamo, noi tutti possiamo guardare con speranza, e con fiducia, al futuro del nostro Paese.

GRF

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Non sentivo l’amore pervadermi da troppo tempo: avevo perduto l’attitudine alla meraviglia, allo stupore davanti alle cose semplici e genuine che mi apparivano ormai noiose ed ordinarie.

Questo viaggio è stato un balsamo, una dolce carezza che lievemente mi ha sfiorato l’anima: la commozione ha intriso ogni singola fibra del mio essere, mi sentivo affamata di sguardi, vorace di ricordi.

Ho sentito il vento dei secoli sferzarmi il volto, ho udito echi lontani solleticarmi le orecchie.

Ho percorso strade che secoli fa sono state carezzate dai passi di un popolo dignitoso, grande, animato da una sinfonia poetica, misteriosa, perduta fra le trame del tempo.

Ho sentito la magia, la poesia, il grande enorme immenso amore per il meraviglioso patrimonio artistico e culturale che ci circonda.

Ho incatenato lo sguardo agli occhi silvestri di una Musa, sono stata stretta nel dolce abbraccio di una divinità, ho conosciuto il suono della gioia.

Tornare alla vita di sempre, ripercorrere i miei passi è stato difficile e la nostalgia mi soffoca: ogni fibra del mio essere è attaccata ai ricordi avidamente accumulati nella mia mente, ogni parte di me sente di appartenere a un mondo commovente e intriso di storia nato dal connubio tra antico e moderno, tra mito e storia, tra leggenda e realtà.

Il filo rosso che mi lega indissolubilmente a questa terra affascinante è la mia essenza di essere umano; mi sono sentita madre, figlia, sorella, amica e amante delle persone che abitarono questa dolcissima terra e solcarono questi splendidi mari, animata dall’essenza che ci rende umani e dunque uguali, fratelli che dovrebbero amare le rispettive diversità senza lasciarsi frenare a ostacoli posti dalla propria mente limitata e spesso insensibile al vento del cambiamento.

Francesca Ciracì

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