EX OSPEDALE DI CARIATI: OCCHIUTO INTERPELLA IL MINISTRO DELLA SALUTE.

ATTO CAMERA
INTERPELLANZA 2/00520
Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 237 del 11/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: OCCHIUTO ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA – BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 11/10/2019

Destinatari
Ministero destinatario:

MINISTERO DELLA SALUTE
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/10/2019
Stato iter: IN CORSO
Atto Camera
Interpellanza 2-00520
presentato da
OCCHIUTO Roberto
testo di Venerdì 11 ottobre 2019, seduta n. 237
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell’economia e delle finanze, per sapere – premesso che: il piano di rientro per la sanità calabrese, varato nel 2009, ha penalizzato la sibaritide ed in particolare il territorio del basso ionio cosentino ed anche quello dell’alto crotonese, bacino d’utenza dall’ex ospedale «Vittorio Cosentino» di Cariati;
il piano di rientro ha giustificato il taglio immediato dei servizi e delle strutture, con la prospettiva dell’apertura dell’ospedale della Sibaritide. Di tale struttura è ancora assai lontana la concreta realizzazione.
Si sono, infatti, illogicamente chiusi gli ospedali territoriali, come quello di Cariati e Trebisacce, senza aver prima effettivamente aperto e reso funzionante l’ospedale unico della Sibaritide;

successivamente, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 8110/2015 ha accolto il ricorso del comune di Trebisacce, per l’esecuzione delle sentenze n. 2151 del 27 aprile 2015 e n. 5763 del 18 dicembre 2015, con le quali è stato annullato il decreto del presidente della giunta regionale n. 18/2010 nella parte in cui si disponeva la chiusura dell’ospedale di Trebisacce. Ad oggi, nonostante le sentenze, l’ospedale di Trebisacce stenta a raggiungere la piena funzionalità;
tutto ciò ha creato di fatto solo carenze e disservizi e un’intollerabile intasamento degli ospedali di Rossano, Corigliano (oggi città unica) e di Crotone; tutta questa situazione ha determinato, inevitabilmente, una serie di costi sociali ed economici a danno di tutte le comunità interessate. Gravano, infatti, sulle spalle dei malati e delle loro famiglie, le spese relative
agli spostamenti verso strutture sanitarie lontane e difficilmente raggiungibili con il trasporto pubblico;
peraltro, l’emigrazione sanitaria che parte dalla Calabria e genera la cosiddetta «mobilità passiva», costituisce una fonte di finanziamento per la sanità delle altre regioni italiane;
la situazione attuale, inoltre, è aggravata dal fatto che anche i servizi distrettuali e ambulatoriali sono stati, nel tempo, fortemente limitati per carenza di personale, risorse strumentali ed attrezzature;
di alcune strutture che avrebbero dovuto essere innovative, quali la Casa della salute prevista a Cariati, finanziata con una somma di euro 9.172.683,54, se ne è persa ogni traccia;
tutto questo si è sfavorevolmente ripercosso sul livello di erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Nel basso ionio cosentino, in particolare, i Lea risultano essere praticamente nulli;
come se non bastasse, nell’anno d’imposta 2019, in Calabria, a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti nel piano di rientro del deficit sanitario, si sono realizzate le condizioni per l’automatica applicazione delle maggiorazioni Irap e Irpef;
ad oggi i dati dimostrano che la chiusura degli ospedali territoriali, come quello di Cariati, è stato un grave e dannoso errore. Infatti, non sono migliorati i conti economici e si è registrato un aumento della «mobilità passiva»;
l’ospedale di Cariati, aperto nel 1978 non ha mai fatto registrare casi di malasanità, ed ha servito in maniera egregia un territorio di oltre 80 mila abitanti;
la struttura ospedaliera, dal 2003 è stata spogliata di tutti i suoi reparti, servizi, e di tutte le proprie funzionalità. La chiusura definitiva è avvenuta con decreto n. 18 del 2010;
con i decreti n. 30 e n. 64 del 2016 il Commissario ad acta ha previsto l’istituzione di «Ospedali di Zona Disagiata»: presidi ospedalieri di base che possono essere istituiti per zone particolarmente disagiate. Tra queste zone rientra pienamente la situazione del territorio dell’ex ospedale di Cariati. Un territorio fortemente penalizzato anche in termini economici, di viabilità, di mobilità e trasporti;
proprio in virtù del fatto che tutte le strutture previste dal piano di rientro (polo ospedaliero della Sibaritide, Casa della salute di Cariati, e altro), non sono state mai realizzate, è assolutamente necessario il reinserimento dell’ex presidio ospedaliero di Cariati nella rete ospedaliera pubblica regionale, in quanto struttura fondamentale per garantire il diritto alla salute dei residenti. Si rende necessario, altresì, provvedere all’apertura della Casa della salute di Cariati;
il decreto-legge n. 35 del 2019 sulla sanità in Calabria, si sta rivelando per l’interpellante solo un «poltronificio», inutile per quanto riguarda la risoluzione dei veri problemi della sanità calabrese –:
quali iniziative urgenti si intendano intraprendere, per il tramite del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi sanitari della regione Calabria, per porre un limite ai gravi disservizi che via via vengono evidenziati quotidianamente anche sugli organi di stampa, valutando la specifica realtà del territorio della sibaritide ed in particolare di Cariati e del basso ionio cosentino;
se non ritenga indispensabile assumere iniziative di competenza per il reinserimento della struttura di Cariati nella rete degli ospedali, allocando in essa gli essenziali servizi di emergenza – urgenza e le specialistiche adeguate alla realtà epidemiologica del territorio;
quali iniziative si intendano assumere, per quanto di competenza, per definire l’assetto dirigenziale e governativo dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza la cui inattività aggrava la già difficile situazione descritta;
se non si intendano assumere iniziative per evitare l’incremento automatico della tassazione (Irap e addizionale regionale all’Irpef) in Calabria, che appare assolutamente ingiustificata in relazione alla grave deficienza dei servizi sanitari offerti;
quali iniziative di competenza verranno messe in campo, nell’immediato, per la risoluzione del problema del personale sanitario in Calabria.
(2-00520) «Occhiuto».

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