Eppure successe!!

Finita la scuola elementare, le loro vite si divisero

Paolo era un uomo mite e socievole. Senza fronzoli. Mai una reazione fuori luogo. Cresciuto in un minuscolo paese dell’alto Molise. Dove la neve era di casa per più mesi l’anno, ma nessuno se ne lamentava nonostante la difficile convivenza.

La fanciullezza era trascorsa in modo semplice, come in fondo passa la vita di tutti quelli che sono destinati alle consuetudini dei piccoli borghi. Dove il divertimento principale era fare quattro salti dietro a un pallone nella piazza principale, quando non faceva molto freddo e non c’erano i cumuli di neve a impedirlo.

Solo con l’arrivo dell’estate tutto d’incanto cambiava il paesaggio ed era più semplice e naturale anche divertirsi.  Sempre in piazza a saltellare al gioco della campana tra i tavolini dove gli anziani passavano il tempo a giocare a carte fuori all’unico bar del paese.

Il giovane Paolo fu più fortunato di altri suoi coetanei che vivevano in zona. Infatti, il suo paese aveva una sua scuola elementare. Erano gli altri bambini che dovevano raggiungerla dai comuni confinanti e non sempre per la neve ci riuscivano.

A Paolo invece bastava pochi minuti di cammino da casa per raggiungere l’edificio, costruito dal Sindaco dell’epoca durante il periodo fascista. Si trattava di un plesso essenziale. Dove la facciata era la stessa che si ripeteva in serie lungo l’intera penisola, quale simbolo di un periodo.

La sua maestra Aurora aveva un carico non da poco. La sua era un’unica classe che metteva insieme tutti i bambini senza divisione in anni scolastici. Non era un’impresa semplice seguire i vari programmi di apprendimento a seconda, peraltro, della maturità mostrata dai ragazzi.

Paolo al suo primo giorno di scuola conobbe Maria Elena. Non l’aveva mai vista prima di quel giorno. Un mistero. Eppure abitava in paese. Ma dove si era nascosta? Con il passare del tempo non se ne faceva una ragione. In fondo, il suo stupore cresceva con l’aumentare della consapevolezza del suo affetto.

Lei era l’unica figlia del farmacista del paese. Bambina compita e taciturna. Avrebbe dovuto seguire la tradizione familiare, come aveva già fatto del resto suo padre e suo nonno. Si trattava la sua di una di quelle famiglie rispettate e facoltose che poi non stabilivano di solito legami stretti con altre famiglie del luogo.

Passavano gli anni e Paolo iniziò a guardare con occhi diversi la cara Maria Elena. Lei gli suscitava delle forti emozioni che non ebbe mai il coraggio di dichiarare. Un sentimento talmente forte che lo bloccava. Aveva paura. Non riuscendo a stabilire con lei nessun contatto.

Finita la scuola elementare, le loro vite si divisero. Maria Elena lasciò il paese perché andò a frequentare un collegio in alta Italia, dove poi anche i genitori la raggiunsero, lasciando inaspettatamente la titolarità della loro farmacia dopo molte generazioni. Una fuga da una grigia monotonia che li aveva annoiati.

Paolo si sposò con Isidora. Sua coetanea conosciuta sui banchi del liceo. Divenne il medico condotto del paese che nel tempo si era completamente spopolato. Erano rimasti pochi anziani e i bambini si contavano sulle dita di una sola mano.

Malgrado ciò un giorno accadde qualcosa che ruppe l’annosa sequenza ciclica degli accadimenti giornalieri. In un freddo pomeriggio d’inverno Paolo stava come solito allo studio. In attesa, dei pazienti che poi non arrivavano mai. Infatti, la gran parte preferiva che Paolo li visitasse a domicilio per non prendere freddo.

All’improvviso si spalancò la porta. Fuori era già calato il buio. Apparve Maria Elena che non vedeva da oltre cinquanta anni. Bella ed elegante. Era stata il suo primo pensiero amoroso. Non l’aveva dimenticata e mai avrebbe immaginato di rivederla da un momento all’altro, rompendo quell’infinito silenzio greve di attesa.

Si abbracciarono forte. La semplicità di poche parole pronunciate con emozione rilevò ben più che articolate descrizioni. I loro cuori batterono a mille. Paolo abbassò inaspettatamente le difese. Mollò gli ormeggi.

L’amore seppure “passato” bussò senza chiedere permesso. Liberò la sua invincibile forza. Non volle sentire ragioni. Quella liberazione si rilevò intensa e di breve durata, ma esplosiva nei suoi effetti.

Resta il forte dubbio. Ma come fu possibile? Non fu importante scoprirlo. Ogni istante del giorno va vissuto nel suo ingranaggio e sotto il suo gigantesco occhio a cui non sfugge nulla. E l’Amore non va mai frenato. Perché se non subito, dopo ritorna.

L’addolcimento fu come una sorta di liberazione interiore. Quando i confini si dissolvono all’improvviso, come tra Paola e Maria Elena, l’apertura diventa sincera, luminosa e piena di gioia interiore.

Che bello l’imbattibile Amore!

Nicola Campoli

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