Elena Ferrante. Il suo nome è in realtà uno pseudonimo.

Non posso nascondere la mia dose di simpatia, anche solo al pensiero, che dietro la professoressa Marcella Marmo docente di storia contemporanea all’Università Federico II, vedova dell’indimenticabile allergologo Guido Sacerdoti, secondo un’attenta ricostruzione dell’italianista Marco Santagata finalista al premio Strega, si nasconde la famosa scrittrice Elena Ferrante.
Per chi non sapesse Elena Ferrante, autrice di tanti gettonati libri, é una scrittrice italiana. È opinione diffusa che il suo nome sia in realtà uno pseudonimo. Senza aver mai svelato la propria identità la Ferrante è particolarmente apprezzata per le sue opere in Italia e all’estero.
In parte l’orgoglio napoletano – nonché la presenza della Marmo nello stesso mio quartiere di residenza – oltre che la Ferrante é tra i miei scrittori preferiti, volutamente non ho fatto caso alla pronta smentita da parte della docente Marmo.
In fondo, mi sono fatto “coccolare” dalla inaspettata novità del momento. Dal sogno di avere a pochi metri da casa quella che per me rappresenta l’autrice de “L’amica geniale” il più bel libro dell’ultimo trentennio.
La Marmo ha riferito che dopo un’iniziale inquietudine, apprendendo la notizia, successivamente ci ha riso su ed ha pensato a come difendersi dai tanti che la cercavano. Che hanno invaso la sua vita serena e tranquilla sulla collina del Vomero. Si é concentrata, infatti, a marcare le più evidenti differenze rispetto alla misteriosa scrittrice.
Alla Marmo l’accostamento alla Ferrante non gli ha destato fastidio. In fondo, si é mostrata sicura di se rispetto a chi ha pensato che fosse la scrittrice che da ben ventiquattro anni riesce a celare magicamente la sua identità.
Leggo questa pagina come le magie che offre la vita e i piacevoli imprevisti che essa nasconde. Sarà mai la Marmo la Mia Ferrante? Beh, non saprei. Troppe forse le differenze personali che si sono manifestate. Ma la sola immaginazione mi riempie di gioia e mi lega, ulteriormente e in modo più forte, alla Ferrante che ancora una volta ha saputo difendere la sua identità.
Nicola Campoli
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