Dissesto Finanziario o Risanamento

Ho letto giorni fa su questo sito l’articolo di Nicola Campoli sulla paventata ipotesi di dichiarazione del dissesto finanziario per il Comune di Cariati e, date le non poche inesattezze, ho ritenuto opportuno contribuire al dibattito sul tema.

Non mi concentrerò sull’analisi delle tante cause che hanno portato all’attuale situazione finanziaria del Comune di Cariati, si dovrebbe partire da molto lontano, finendo come al solito a parlare delle bollette inviate più volte ai cittadini o peggio ancora con cinque anni di differenza, alimentando quella politica da torcicollo che spero venga anch’essa definitivamente messa da parte nell’ottica dell’autentico rinnovamento tanto conclamato durante la campagna elettorale.

A mio parere è giusto dire che la normativa sul dissesto finanziario è piuttosto chiara, non altrettanto semplice da attuare però, e certamente non liquidabile in maniera superficiale come fatto da Nicola Campoli. Pertanto non può farsi di certo riferimento al buon senso dell’Amministrazione di turno rispetto alle ricadute più o meno gravose sui cittadini di una scelta del genere. Date le numerose prescrizioni legislative e gli oneri conseguenti quasi automaticamente ad una dichiarazione di dissesto, non ci sono di per sé margini di discrezionalità, chiunque sia l’amministratore di turno.

La crisi economica è tutt’altro che passata, ancora di più in territori martoriati come il nostro, le aliquote sono già al massimo un po’ ovunque in tutto il sud Italia Cariati compresa, per i cittadini non cambierebbe gran che allo stato attuale. La vera novità sarebbe, questo si, la gestione del pregresso da parte di una Commissione nominata dal Ministero dell’Interno e la gestione ordinaria affidata all’esecutivo Greco, sul quale comunque graverebbe l’onere di garantire i servizi essenziali allo stesso modo di oggi.

Nella mia forma mentis politica, ho sempre ritenuto che un buon amministratore e quindi un buon politico, debba fare di tutto per riuscire a risanare un bilancio, per quanto possa essere sottosopra. Ecco perché penso che si dovrebbe maggiormente propendere per un piano di risanamento, evitando come fatto in questi anni il colpo di grazia del dissesto riuscendo a sopravvivere. Oggi è la scelta più difficile e complicata, lo capisco, ma ritengo che di fronte ad un così importante mandato elettorale sarebbe troppo facile lavarsi le mani dicendosi impossibilitati a fare qualsiasi cosa. Resterebbero comunque le rate mutuo conseguenti ai pagamenti effettuati a seguito dell’applicazione del decreto salva imprese (che ha – è bene specificarlo – consentito di soddisfare e quindi pagare tutti i creditori al 31.12.2014), o gli altri oneri finanziari da ottemperare per il Comune, con la riduzione delle entrate gestibili da una maggioranza che reputo tutt’altro che bisognosa di affidarsi a commissari molte volte troppo intransigenti e poco attaccati alla vita sociale dei cariatesi.

La strada che si presenta ai cittadini cariatesi è dunque in salita, con o senza dissesto, con o senza volontà unanime, l’unica cosa che si può chiedere è chiarezza nelle scelte, sicuramente in una visione di buona amministrazione. Allora il mio appello, o meglio il mio consiglio è quello di lavorare insieme, maggioranza ed opposizione, ascoltare tutti, perché come hanno già detto Assunta Scorpiniti, Caterina Agazio e Maria Crescente, c’è  la  volontà di tutti di fare del bene al nostro paese evitando però confusioni e populistiche commistioni di ruolo. Quindi concludo riaffermando che il dissesto non è l’unica via, ma un piano di risanamento con proposte chiare ed unanimemente condivise sarebbe il vero punto di partenza di una Cariati migliore e soprattutto volonterosa di uscire dal baratro di questi ultimi anni.

Leonardo Santoro

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