Discarica di Scala Coeli: imbarazzante silenzio dei dirigenti regionali.

Come è nel nostro stile non polemizziamo con l’azienda proprietaria della discarica di Scala Coeli, che è anche l’azienda proprietaria della discarica di Bucita (Rossano) e che gestisce la raccolta differenziata e indifferenziata di Rossano e Corigliano Calabro: come ogni altra azienda questa persegue la propria ragione sociale, ovvero il proprio profitto e , come è noto, il ciclo dei rifiuti in Calabria ed i guasti della classe dirigente, permettono di lucrare cifre faraoniche anche affidando alla stessa ditta quello che, per logica, dovrebbe essere gestito in concorrenza. Detto questo precisiamo ciò che inconfutabile e che non risente di opinioni da parte di operatori economici, sociali o politici. Primo: una discarica è incompatibile con colture biologiche e DOP ed il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria lo ha ingiustificatamente ignorato. Secondo: la discarica di Scala Coeli è stata realizzata in difformità dal progetto autorizzato, su porzioni di territorio non comprese nel progetto, sono stati effettuati lavori senza il nulla osta idrogeologico, addirittura includendo nel progetto il tracciato di una strada comunale e tutto questo continua ad essere coperto, ignorato o addirittura sanato dal Dipartimento Ambiente. Terzo: la viabilità sulla strada di accesso non è garantita come richiesto dalle prescrizioni AIA, come si può facilmente evincere in qualsiasi momento recandosi sul tracciato della strada Capoferro – Cordarella e come dimostra l’ordinanza di divieto di transito totale della S.P. 6 emessa dall’Ufficio Territoriale della Provincia di Crotone ed anche questo è stato ingiustificatamente ignorato dal Dipartimento Ambiente della Regione Calabria. Per queste ed altre, gravi ed evidenti ragioni, chiamiamo per la seconda volta in causa i dirigenti della Pubblica Amministrazione responsabili dei procedimenti autorizzativi di discariche e impianti, ovvero l’ing. Bruno Gualtieri e l’arch. Orsola Reillo, i quali, oggetto di continuo scarica barile da parte della politica regionale, in virtù del proprio ruolo istituzionale riteniamo debbano dar conto del proprio operato direttamente ai cittadini. Invitiamo anche il Prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, il quale ha fino ad ora ignorato la nostra richiesta di incontro per la situazione di grave tensione sociale creata intorno a questa vicenda, ad appurare quanto puntualmente denunciato dai comitati cittadini in tutte le sedi pubbliche ed istituzionali. Infine ribadiamo che ogni nuova discarica sul territorio regionale rappresenta una intollerabile sovvenzione al “sistema di potere non estraneo ad interessi politico-malavitosi” che è il ciclo dei rifiuti calabrese, grazie al quale la Calabria può tristemente vantare di essere la regione con il tasso di raccolta differenziata più basso d’Italia e, probabilmente, dell’Europa occidentale. Impedire che tutto questo persista è un indilazionabile dovere di civiltà di ogni istituzione democratica, senza tentennamenti giustificabili. Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”

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