Chaoqui: prove tecniche di disumanità

Francesca Immacolata Chaoqui: chi è costei? La donna, forse qualcuno se lo ricorda, a dispetto del suo nome proprio proprio immacolata non è: è stata condannata dalla giustizia del Vaticano per aver contribuito, insieme a un certo monsignor Lucio Vallejo Balda, allo scandalo del Vatileaks 2, che imbarazzò molto papa Francesco il quale alla Chaoqui, fidando nella sua affidabilità, aveva conferito un importante incarico. Si vede che questo caso non rientrava tra quelli che prevedono l’infallibilità papale.

Il monsignore coinvolto nella vicenda dichiarò, fra l’altro, che lui, prete, con Chaoqui, sposata, aveva avuto anche un rapporto sessuale. Bella gente, eh? Forse la presa di posizione di Chaoqui, a proposito di DJ Fabo, nasce dalla voglia di mostrarsi più papista del papa e più ceista della CEI: insomma di rifarsi agli occhi della Curia una verginità e legittimare il secondo nome che, stanti i suoi precedenti, proprio a pennello non si direbbe che le calzi.

Dunque, Chaoqui, dall’alto di una auto attribuita autorevolezza, in un video ha dichiarato, in quanto cristiana,  che il defunto Fabo non è un eroe ma un vigliacco. Le sue argomentazioni non si discostano dal consueto repertorio, quello tipico del cattolico integralista che pretende di imporre i propri parametri e le proprie valutazioni a tutti: “Fa scalpore ogni volta che un cristiano parla da cristiano: ormai ci stiamo abituando al relativismo”, “la vita è un dono”, “ogni volta che la vita viene distrutta da qualcuno si commette un crimine”; “La vita di DJ Fabo era una vita che doveva (sic) essere vissuta”.

A me dispiace dover tornare sempre sullo stesso argomento, ma sono queste prese di posizione così sfacciatamente arroganti e supponenti a costringermi a farlo. Mi lascia esterrefatto, in particolare, l’assoluta mancanza di ogni senso di umana pietà che promana dall’espressione, dalla voce e dalle parole di questa presuntuosa signora che pretende di dare lezioni di moralità agli altri.

A questa arroganza rispondo invitando la signora in questione a ricordare innanzitutto che l’uomo sul quale si basa la religione che dice di professare ha volontariamente cercato la morte: dunque, stando alle sue affermazioni, anche il suo Cristo, immolandosi sulla croce, ha commesso un crimine. In secondo luogo, le ricordo un’esortazione di quello stesso Cristo che purtroppo, ed essa stessa ne è la prova, sono di solito proprio i cristiani i primi a dimenticare:  Non giudicate se non volete essere giudicati.

Ma già, dimenticavo che lei, pregiudicata, lo è già.

Giuseppe Riccardo Festa

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