CARIATI PULITA: LA QUESTIONE SANITA’ VA GESTITA IN MODO RESPONSABILE, GUARDANDO ALLA VICENDA DELL’OSPEDALE DI PRAIA A MARE

Il Comitato, pronto a lanciare nuove iniziative popolari, stigmatizza il comportamento della sindaca Greco e l’ ingerenza del gruppo aziendale familiare

Il consiglio comunale di Cariati, voluto dalla sindaca di Cariati Filomena Greco lo scorso 3 agosto in assemblea straordinaria aperta ai rappresentanti istituzionali del territorio compreso tra il Basso Ionio cosentino e l’Alto crotonese, ha avuto come unico tema la situazione sanitaria locale, in riferimento alla chiusura dell’ex ospedale “Vittorio Cosentino” e alle iniziative da intraprendere a garanzia del diritto alla salute.
È stato un momento di partecipazione territoriale ed istituzionale, per la numerosa presenza di sindaci e amministratori comunali, i quali, intervenendo sul palco allestito nel piazzale dell’ex ospedale, hanno espresso il dolore, la rabbia, la necessità di dire basta all’abbandono e alla mortificazione, in termini di diritti e servizi, dell’intera fascia ionica.
Il nostro contributo come #CariatiPulita, è stato di sostegno all’iniziativa e, insieme, di proposta, soprattutto nel considerare l’ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati in riferimento a quello di Praia a Mare la cui vicenda, a nostro avviso, offre la possibilità, se non l’ultima, di aprire una partita politica sul nostro ospedale.
Come si ricorderà, entrambi i presidi ospedalieri furono chiusi per effetto del decreto n. 18/2010 a firma Scopelliti, con le conseguenti “barricate” dei cittadini sulla Statale. Sette anni di parole e nulla di fatto, fino oggi, che a darci ragione, con la sentenza 1153/2107 , è il Consiglio di Stato, annullando il Decreto n. 30/2016 nelle parti in cui l’ospedale tirrenico è stato trasformato in Casa della Salute e obbligando il Commissario ad Acta a riconvertirlo in ospedale generale.
Ciò grazie al ricorso dei comuni di Praia a Mare e Tortora, i cui legali hanno dimostrato la violazione della norma sui tempi di percorrenza (oltre 60’) tra lo stesso ospedale di Praia e il più vicino spoke (Cetraro-Paola) e come, con l’affluenza turistica, il bacino di utenza dell’ex ospedale superi i 150 mila utenti (quota minima per individuazione dello spoke).
Si scrive Praia ma si può leggere Cariati, stando a quanto dicono anche esperti da noi consultati. Abbiamo, infatti considerato i tempi di percorrenza sulla disastrata Statale 106 tra l’ex ospedale di Cariati (oggi sede di P.P.I.) e le strutture di Rossano e Corigliano, ancor più in estate o dai centri dell’entroterra; i numeri ben più alti e la chiara violazione di criteri stabiliti dal decreto 18/2010, dimostrano infatti che, con la sentenza riguardante Praia, non ha più senso parlare di conversione in CAPT o Casa della Salute, ma si apre un varco, una concreta possibilità nella lotta per la riapertura dell’ospedale pubblico, evitando gli errori del passato.
Questo abbiamo rivendicato in consiglio e tanto rivendichiamo con forza, insieme alla necessità di sollecitare l’approvazione dell’Atto aziendale dell’Asp di Cosenza, perché si organizzi la sanità nel territorio provinciale. E diciamo basta alle speculazioni sulla salute della gente perché Cariati è stanca di vacue promesse e di confusione utile solo a chi ha interesse a tenere la situazione imbavagliata.
Il riferimento è a quanto avvenuto nell’assise del 3 agosto a Cariati, nonostante con la maggioranza, la minoranza e i sindaci ospiti, ci fossimo detti disponibili a qualunque azione congiunta e soprattutto istituzionale, a partire dalla sottoscrizione di un documento unitario da sottoporre alle competenti autorità regionali e ministeriali.
Con gli allibiti sindaci ospiti ci siamo infatti trovati ad assistere a una passerella di personaggi per nulla credibili, a partire dal fratello della Sindaca, Saverio Greco, (rappresentante del gruppo di famiglia attivo sulla sanità privata), che ha dato vita a una sceneggiata di proclami da spot elettorale e di imbarazzante commistione pubblico-privato di cui tutti avremmo volentieri fatto a meno.
Inutile stare a chiedersi perché la gente si stanca e si sfiduci, di fronte a ciò che non porta altro che “carte” spacciate per ottenere consensi elettorali, ma è lecito domandarsi quante elezioni e campagne regionali e comunali dovranno ancora passare ammaliando la gente con la promessa dell’apertura dell’ospedale.
La sindaca Filomena Greco e la sua maggioranza hanno ancora una volta dimostrato di essere inadeguati a portare avanti una linea qualificata, credibile e condivisibile da tutti, a fronte di una problematica di estrema importanza come la sanità.
Ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso, meno dilettantistico e più responsabile, almeno per rispetto del civico consesso che si celebrava e delle numerose istituzioni ivi rappresentate.
Un comportamento che abbiamo stigmatizzato nella nostra dichiarazione di voto di astensione, espresso per protesta verso l’accaduto, ma soprattutto per la necessità da noi posta, di rivedere il documento alla luce delle possibilità che si potrebbero aprire dopo l’esperienza di Praia a Mare, per cui l’appello che rivolgiamo ad Amministratori comunali e cittadini è: liberiamo le strade da promesse e sogni e partiamo uniti con il nuovo spiraglio aperto, che costringe alla rimodulazione del Piano.
Noi di #CariatiPulita veniamo da una battaglia autorevole, condotta insieme ai Comitati del Basso Ionio con la forza della grande unità territoriale e di cittadinanza che siamo riusciti a creare in difesa della Valle del Nika, contro l’ampliamento della discarica di Scala Coeli. Siamo pronti a lanciare, per il diritto alla salute, altre attività e iniziative popolari, perché ci preme che la questione sanità sia affrontata con serietà, autorevolezza e consapevolezza che la politica debba ritornare a farsi garante dei diritti dei cittadini.

Il capogruppo consiliare Assunta Scorpiniti e il Comitato #CariatiPulita

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