BERLUXURIA

E così la signorina Pascale ha osato l’’inosabile, ha fatto l’’impossibile, ha accostato l’’inaccostabile.

Ad Arcore, nel mitico tempio degli sfrenati amori del già irresistibile “Mister ex” (ex cavaliere, ex senatore, ex primo ministro, ex capo del centrodestra), ha portato Vladimir Luxuria, la più nota transessuale d’Italia, per parlare dei diritti di omosessuali e transessuali.Cosa in sé lodevole, tenuto conto dei trascorsi non esattamente libertari del padrone di casa che a più riprese, in passato, aveva affermato, con un risolino beffardo sulle labbra, che “quelli là” votavano tutti per la Sinistra.

Merito della Francesca, dicono, che ha indotto il suo siliconato fidanzato a ravvedersi sulla via del gay pride, che lei intanto già ha visitato. Chissà? Magari un giorno ci andrà anche lui e là, circondato da persone vestite di boa di struzzo, paillettes e trucco eccessivo, lo vedremo sfoderare il suo famoso sorriso e lo sentiremo proferire, a proposito della sua trascorsa omofobia, uno dei suoi usuali “non l’’ho mai detto”.

Niente di male, anzi! Meglio tardi che mai. Hanno anche diffuso, i tre, un “selfie” (come avrebbero potuto non farlo?) scattato nel dopo cena.

Diciamoci la verità: quella foto ispira un po’ di malinconia. Sono lontani i tempi dei congressi festanti, delle luci rutilanti, dei “Silvio, dacci la luce!”, delle folle deliranti. Un po’’ alla volta, più o meno alla chetichella, anche i fedelissimi si sono allontanati, e chi è rimasto contesta le sue decisioni e la sua leadership. Il suo partito del quasi quaranta percento si è frantumato, coi consensi che navigano verso altri, renziani lidi, e avanza – o meglio, indietreggia – in acque poco profonde, intorno al 16 percento, col rischio di incagliarsi e affondare definitivamente.

E anche le aziende, con l’’aria che tira, non è che vadano proprio benissimo. E così, a dispetto della maschera di un volto stirato, lisciato, bombato e rimodellato che vorrebbe sembrare quello di un uomo in pieno vigore e nel fiore della maturità, quella foto mostra l’immagine un po’ patetica d’un uomo che non riesce ad accettare il passare del tempo: un vecchietto dall’’aria velleitaria che ha accanto due donne, una bionda e carina, l’’altra non bionda e (questione di gusti) nemmeno tanto carina: sembra un nonno con le sue già mature nipotine.

Anche i consulenti d’immagine devono essersi dileguati: la foto, ironia della sorte, ha una forte dominante rossa. Il rosso degli odiati nemici (o ex nemici?), e il rosso di un tramonto: il tramonto di un’’illusione, di un’’epoca, di un mito.

E di tante ambizioni.

Giuseppe Riccardo Festa

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